Carlo Maria Pietrocola

Vasto 1841 - Vasto 1901

figlio di Cesare Pietrocola  e Maria Francesca Rossetti (figlia diAntonio Rossetti cugino di Cesare)
i suoi fratelli furono: Achille 1820, Uranio 1821, Pietro 1822, Angela Rosa 1824, Elpinice 1825,Giuseppantonio 1827,  Maria Michele 1829,  Elena 1831, Francesco Paolo 1834, Beniamino 1836 e Concetta (Luisa?)
 

Carlo Maria Pietrocola. Note sulla vita di  un un giovane garibaldino vastese







 

Sappiamo che il giovane vastese Carlo Maria partì volontario con i garibaldini come ci ricorda questa targa posta al centro di Vasto.


 


Carlo Maria, aveva venti anni quando fu proclamata l’unità d’Italia. Era infatti nato a Vasto nel 1841 da Cesare Pietrocola e da Maria Francesca Rossetti. Carlo, dodicesimo ed ultimo figlio della coppia.
Il nonno paterno,  padre di Cesare,  fu il più giovane dei numerosi fratelli di Maria Francesca Pietrocola che quindi era zia ma, per altra via, anche bisnonna del nostro garibaldino.
Quest’ultima infatti non fu madre solo del celebre Gabriele Rossetti, ma anche del meno conosciuto Antonio, talentuoso poeta popolare e barbiere, che, a differenza dei fratelli, rimase a Vasto per tutto l’arco della vita. Antonio ebbe una figlia a cui diede il nome della madre e che poi sposò Cesare, suo cugino..
 



Antonio Rossetti immortalato da Filippo Palizzi in un quadro esposto alla pinacoteca di Palazzo D’Avalos a Vasto.


La vita di Carlo Marìa durò sessanta anni, a quarantatrè si sposò con Filippina Di Guglielmo da cui ebbe almeno quattro figli, Achille, Maria Francesca, Beniamino e Luisa. Da quanto risulta esercitò la professione di flebotomo. Ai tempi Il flebotomo era un barbiere, e fin qui probabilmente aveva seguito le orme di nonno Antonio. Un barbiere però che, garantendo  un minimo di norme igieniche, aveva la licenza per fare salassi mediante le tradizionali sanguisughe. Per questa funzione le botteghe autorizzate esponevano un cilindro a strisce rosse simbolo del sangue estratto. Fu quindi uno degli ultimi ad esercitare un mestiere tradizionale che all’alba del ventesimo secolo, quando Carlo Maria morì, era già scomparso.