Gentile professore,
abbiamo letto con attenzione il suo manoscritto in redazione e
abbiamo alcune osservazioni.
L'idea di fondo della nota su "L’essenziale sulle spirali
logaritmiche" è certamente interessante e potrebbe costituire
un possibile contributo per la rivista Archimede,
ma l'attuale presentazione appare inadeguata e pertanto non
possiamo nemmeno far partire il processo di valutazione con
revisore.
È apprezzabile il modo con cui l'autore entra subito, dalle
prime righe al centro della nozione (dopo tutto il titolo
prevede soltanto "[l]'essenziale"). Ma tale rapidità
si perde per alcune pagine a evidenziare dettagli abbastanza
irrilevanti per un lettore di Archimede il quale è ben
consapevole che online si trovino fake news su qualunque
argomento,
addirittura sugli Elementi di Euclide. Dunque perché non
dovrebbero essercene su una nozione così fantasiosa come la
spirale proporzionale.
Soltanto nella seconda metà di pag. 6 si inizia a capire di
che cosa tratta la nota.
Ciò nonostante, nel seguito si propongono alcuni suggerimenti
per la preparazione di un'altra nota che sia in linea con le
richieste della rivista che magari l'autore può seguire.
Cordiali saluti. r
SUGGERIMENTI
La citazione Eadem mutata resurgo spiega con tre parole la
nozione di frattale – addirittura la traduzione di questa è
per lo meno approssimativa in alcune delle pagine indicate in
[1].
Si potrebbe suggerire la citazione come uno dei primi
riconoscimenti di una figura in cui una parte è simile a tuta
la figura – quanto è noto oggi con il nome di frattale, per
inserire quindi la definizione
della spirale come grafico in coordinate polari di una
funzione esponenziale spiegando la "naturalezza" della
funzione scelta in base alla proprietà indicata sulla tomba:
esiste un appropriato reale k, tale che per ogni reale t deve
essere r(t+2*pi)=k*r(t). Ritengo che convenga mostrare
immediatamente la figura di un arco di spirale logaritmica, se
possibile con un suo ingrandimento.
È interessante il collegamento con la scala temperata e si può
espandere richiamando qualche intervento scientifico a
riguardo, magari quelli di Leibniz.
Sfruttando questo, si può passare all'approssimazione con
triangoli simili – considerando magari di inserire la
fotografia di una scala a chiocciola vista dal fondo (o
dall'alto) del centroscala.
Suggerisco di cancellare la sezione "Un'efficace
divulgazione". Non sono presentate valutazioni obiettive a
sostegno; è sicuramente più opportuno mettere in pratica nella
nota quanto
si ritiene appropriato, per la divulgazione appunto, spiegando
la costruzione della spirale e l'utilità della stessa (ad
esempio, come viene usata in musica e perché).
Suggerirei di utilizzare soltanto la finestra grafica della
fig. 4, scrivendo le righe di programma nel testo con una
breve spiegazione della strategia iterativa adottata,
usando un'ultima frase che dice quale comando produce il
disegno della spirale.
Gentile direttore,
ho letto e riletto la sua lettera e i relativi suggerimenti.
Non le nascondo però che la sua risposta sulla irrilevanza
delle "fake news" matematiche mi ha sorpreso e anche deluso
non poco.
Lei dice che ai lettori di Archimede non interessa
individuarli nel particolare ma che a loro basta sapere
genericamente che ci sono. A me, invece, che sono un lettore
non solo attuale ma di lunga data essendo stato abbonato
alla rivista dagli anni '70 agli anni '90, interessa
individuarli e discuterli nel merito. Ma forse sono un lettore
obsoleto :-) e dovrò farmene una ragione!
Intanto però mi lasci ricordare Vinicio Villani allora
condirettore della rivista e presidente dell'UMI e i suoi
articoli su Archimede apparsi in molti numeri consecutivi
(annate 93-94) dedicati all'individuazione e al
superamento degli errori nei libri di testo scolastici.
A mio avviso l'errore oltre a essere umano, è importante anzi
fondamentale nei processi di apprendimento ma solo se ci si
preoccupa di superarlo altrimenti se lo si accetta
acriticamente diffondendolo ulteriormente può rivelarsi
micidiale!
Se in alcuni casi, come da me segnalato, persino Università e
Politecnici avallano definizioni errate ma diffusissime in
rete come quella presunta definizione cinematica di spirale
logaritmica,
e se lo stesso fa qualche professore di chiara fama, come
Renato
Betti, sulla carta stampata (Geometria leggera:
un'introduzione...) chi potrà arginare questo fenomeno che
non può non
portare discredito al mondo della cultura matematica
italiana?
Credo che segnalare errori, veri o presunti, stimoli
importanti riflessioni utili a tutti coloro che si occupano
di matematica.
Il motto bernoulliano Eadem mutata resurgo che mi sembra
tradotto ottimamente da Odifreddi nel suo libro Abbasso Euclide
con l'ossimoro mutata risorgo immutata,
richiama indubbiamente la nozione di autosimilarità, la stessa
che ho evidenziato con tante animazioni come quella in allegato
in cui una figura acquista o perde il suo gnomone per poi
ritrovarsi, dopo opportuna zoomata, nella condizione iniziale.
Su questo quindi sono pienamente d'accordo. Non sono d'accordo
invece con lei, con Odifreddi e con tanti altri autori
consultati, sul fatto che la spirale logaritmica sia
autosimile.
Per spirale logaritmica infatti oggi intendiamo una curva senza
inizio e senza fine che non mi sembra possegga parti proprie
simili all'intera figura e che quindi mi sembra che non possa
essere considerata autosimile.
Almeno secondo la definizione per cui è autosimile una figura
simile ad una sua parte propria. Forse esistono definizioni
diverse che includono figure invarianti per cambiamento di scala
ma io nei miei studi non le ho mai incontrate.
Capirei se l'attributo autosimile fosse riferito ad una curva
con un inizio ma senza una fine dato il suo avvolgersi
asintotico attorno al polo. Potremmo chiamarla, per
distinguerla, semi-spirale logaritmica, cosa che invece, a
quanto so, nessuno fa generando, mi sembra, incomprensione e
confusione in chi vorrebbe constatare autonomamente la
dichiarata autosimilarità. Così, come un punto divide una retta
(non autosimile) in due semirette (autosimili), così un punto
divide una spirale logaritmica (non autosimile) in due
semispirali (di diverso tipo ma comunque autosimili). Dunque, se
non mi sfugge una definizione diversa da quella che conosco,
anche la diffusa affermazione che la spirale logaritmica sia
autosimile potrebbe essere una fake news!
Ciò non toglie a mio avviso che la spirale logaritmica possa
considerarsi un frattale. Esistono infatti anche altre curve non
autosimili come il fiocco di neve di Koch che vengono
considerate frattali essendo composte da più curve autosimili come i
merletti di Koch nel caso specifico.
Non era mia intenzione tuttavia scrivere un esauriente trattato
su questa spirale ma solo evidenziarne aspetti importanti,
spesso trascurati e, secondo me, più adatti ad una prima
introduzione didattica sull'argomento.
Non mi risulta che la spirale logaritmica sia usata in musica ma
certo non sono un esperto. Quel grafico che io sappia è stata
solo una mia idea.
Comunque conto di approfondire e riflettere ancora sui vostri
suggerimenti per i quali vi ringrazio. Se troverò qualcosa che
mi piaccia e che esaudisca nel contempo le vostre richieste
tenterò ancora con una proposta altrimenti rinuncerò.
Grazie per l'attenzione
e buon ferragosto
Giorgio Pietrocola