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05.05.2003

Modulo 1 > Innovazione nella scuola e Tecnologie Didattiche > Perché occuparsi del sito web scolastico?

anamnesi,diagnosi,prognosi


Inserito in origine da 128150 ROSSETTI, GIORGIO
In un corso B estremamente esteso, che unisce problematiche essenzialmente tecniche ad altre estremamente complesse che investono l’intimo essere del fare scuola, i modi di apprendere e i modi di insegnare e formare, può sembrare marginale occuparsi dei siti web scolastici o addirittura può sembrare un rifuggire da problematiche più importanti e determinanti per il futuro della scuola italiana.


Si. Direi che lo è.


Premesso che molti discorsi (non sempre oggettivi o largamente condivisi) appaiono troppo spesso il toccasana di ogni male e difficoltà ovvero l’uovo di Colombo presentato improvvisamente ai “poveri insegnanti incompetenti” che dopo 15 o 20 o più anni di servizio non capiscono nulla dei meccanismi della formazione e dell’apprendimento; premesso che difficilmente basterà schiacciare l’uovo sul tavolo visti i modi e soprattutto i tempi ai quali i vizi burocratici italiani ci hanno abituati.



Concordo sul fatto che vengano, troppo spesso, propinate dall' alto soluzioni di "pedagogia burocratica" che lasciano sovente il tempo che trovano quando non peggiorano la situazione.
Purtroppo però credo che la colpa sia anche nostra e di quella tradizionale scarsa attenzione in campo pedagogico, antropologico e storico-tecnologico che questo corso, se non funzionerà da vaccino, potrebbe correggere ma che ha sempre spinto ad accettare in modo acritico tutte le soluzioni che ci vengono somministrate dall'alto anche quando calpestano la nostra libertà di insegnamento. Accade così che si accetta, per compromesso, anche l'impossibile promuovendo, purtroppo una scuola sempre più falsa.

Tu dici di pensare ai siti. Ok, la cosa sarà pure interessante ma rispetto ai temi di questo corso è del tutto marginale.

Non ti sembrà però anche la tua una soluzione paragonabile a quelle che critichi quando sei tu a doverle subire?

Io credo che anche nei materiali a nostra disposizione si mischino troppo presunte soluzioni (che vanno dalle didattiche brevi alle mappe concettuali) con l'analisi dei problemi che oggi angustiano la scuola.

Il ragionamento da fare, invece, mi sembra molto semplice.

Il mondo sta cambiando? La scuola è malata?

Bene, allora ci si dovrebbe comportare né più né meno di come si fa quando c'è da individuare un guasto ad una macchina o quando si cerca di correggere il malfunzionamento di un programma o, ancora, quando una persona (o un animale) sta male.

In nessun caso si può cominciare dalla cura!
Ti sembra sensato?
Perchè solo a scuola si assiste ad approcci del genere?

Non credi che prima servirebbe un'anamnesi, non si devrebbe inquadrare il problema tecnologie ed apprendimento in un contesto storico?

Poi, credo, si devrebbe discutere per cercare di individuare una diagnosi ed ipotizzare una prognosi.

Solo dopo si potrà valutare se, quando, in quali circostanze, con quali tempi e con quali costi eventualmente intervenire con una cura.

saluti
giorgio pietrocola

p.s.
Ciao omonimo!
fa piacere incontrare ogni tanto un compagno di classe in questo vasto mare.

 

 

Perché occuparsi del sito web scolastico?

In un corso B estremamente esteso, che unisce problematiche essenzialmente tecniche ad altre estremamente complesse che investono l’intimo essere del fare scuola, i modi di apprendere e i modi di insegnare e formare, può sembrare marginale occuparsi dei siti web scolastici o addirittura può sembrare un rifuggire da problematiche più importanti e determinanti per il futuro della scuola italiana.
Premesso che molti discorsi (non sempre oggettivi o largamente condivisi) appaiono troppo spesso il toccasana di ogni male e difficoltà ovvero l’uovo di Colombo presentato improvvisamente ai “poveri insegnanti incompetenti” che dopo 15 o 20 o più anni di servizio non capiscono nulla dei meccanismi della formazione e dell’apprendimento; premesso che difficilmente basterà schiacciare l’uovo sul tavolo visti i modi e soprattutto i tempi ai quali i vizi burocratici italiani ci hanno abituati.
Non bisogna dimenticare quelle che sono le situazioni attualmente indotte nella scuola dal continuo contorcersi, nell’ultimo decennio, degli indirizzi politici riversatisi sulla scuola italiana e dal conseguente sciame di riforme “spezzatino” del quale non si vede la fine e il fine. Questi hanno partorito situazioni abnormi che ben conosce chi è più coinvolto nella gestione quotidiana della propria scuola: un’autonomia che abortisce sotto i colpi delle norme relative alla determinazione degli organici e trova mille ostacoli per una distribuzione incomprensibile e caotica delle competenze, mille ostacoli tra imposizioni di Dirigenti vecchio stile, RSU invadenti e caparbie, Ispettori puntigliosi ed inconcludenti, mille ostacoli da colleghi seppelliti sotto cumuli di chiacchiere ed incombenze che nulla hanno a che vedere con la didattica. A questo si aggiungano gli accorpamenti e le fusioni tra scuole effettuati in modo per niente razionale che nella migliore delle ipotesi hanno creato situazioni ed esigenze estremamente eterogenee, nella peggiore mostri, al limite omogenei, distribuiti su quattro o cinque sedi (distanti anche 8-10 Km. tra loro) posizionate anche in comuni o municipalità diverse.
In questa situazione, pensare che le nuove tecnologie informatiche possano uscire dall’attuale fase sperimentale e “pionieristica” per investire e modificare radicalmente e stabilmente il “modo” di fare didattica e formazione sembra alquanto improbabile; molti di noi docenti, stante l’elevata età media, rischiano di essere già in pensione prima di osservare cambiamenti consistenti.

Una cosa però è possibile fare subito, creare un “nuovo ambiente virtuale” (sito web), indipendente da variabili spazio - temporali, funzionale e organizzato che sostenga, canalizzi i cambiamenti ed induca comportamenti nuovi, coerenti e trasparenti per tutti gli operatori della scuola. Ovviamente è necessario impegnare risorse e progettualità per realizzare quanto sopra ma ne varrà la pena. E’ necessario uscire dalla logica del “ci siamo anche noi” che ha portato la stragrande maggioranza delle scuole a considerare il web come una vetrina nella quale presentare la propria offerta al potenziale utente. E’ essenzialmente una questione - di contenuti, finalità e funzionalità - largamente risolvibile con l’attuale tecnologia. Sarebbe anzi augurabile che gli organi superiori stabilissero un protocollo che detti le linee guida per la progettazione dei siti web scolastici specialmente per contenuti e finalità.
Attualmente è già possibile - anche attraverso speciali controlli disponibili in rete (vedi Intel, Osservatorio tecnologico dell’Aipa, Bobby, w3c.org, etc. - valutare i siti web sotto il profilo tecnico della usabilità, ma non risulta essere ancora disponibile una scheda valutativa che si occupi di contenuti e finalità.

In allegato è presente un modesto tentativo di approfondire l’argomento nella speranza che altri esprimano un giudizio su quanto esposto ed eventualmente diano un loro contributo nella direzione indicata.

Prof. Giorgio Rossetti