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13.05.2003

Modulo 2 > Laboratorio: progetto interdisciplinare > Cambia la figura del docente?

Re: Cambia la figura del docente?


Inserito in origine da 069969 COSTANTINI, MARIA GABRIELLA
[nuovo ruolo del docente]
Tutto questo dovrebbe portare forse come conseguenza la graduale scomparsa della figura tradizionale del docente e portare all’avvento del docente con una preparazione non più settoriale , ma detentore di una cultura enciclopedica....


No.
Nessuno può avere una cultura così enciclopedica. E poi il libro è una metafora del tutto inadeguata. In un mondo che cambia rapidamente. Il sapere, irrimediabilmente, invecchia presto. Quando, come nel mondo del computer, le novità si succedono a ritmi incalzanti, quando i livelli di partenza non sono omogenei e si vogliono rispettare le differenze, quando è possibile apprendere direttamente dall'esperienza, ciò che serve non è addestramento, non è una patente con contenuti fissi (vedi ECDL) ma imparare ad imparare. Purtroppo un insegnante che sappia tutto non può esistere. Serve un insegnante (forse il termine andrebbe rivisto, che ne dite di tutor?) che sappia dare un buon esempio di apprendimento in situazioni impreviste e negoziate dai singoli strada facendo. Nella scuola siamo abituati a vedere professori che insegnano. Molto meno, se non proprio a causa delle nuove tecnologie, insegnanti che apprendono dal vivo, senza rete. Pochi hanno capito quanto questo ruolo sia difficile. Non serve a nulla un sapere scolastico. Serve un'esperienza matetica. Servono persone abituate ad apprendere di tutto, a gestire intelligentemente gli inevitabili problemi insoluti, capaci di divertirsi in questo gioco dando un prezioso esempio. Se si vuol capire forse è meglio non pensare ad una scuola ma a qualcosa tipo un circolo di scacchi o una scuola di samba.

Che la cosa non sia affatto facile lo puoi vedere osservando ciò che succede nel nostro corso. Forse qualche tutor ha le conoscenze e le capacità ed il carisma per interpretare correttamente il suo ruolo ma, mi sembra, i più non sanno neanche cosa vuol dire centrare l'azione sui processi anzicchè sui contenuti. Così, inevitabilmente, certe cose non si possono improvvisare, certe parole nuove anche se in inglese non hanno un potere magico, si insegna xml, front page, word o quant'altro.

saluti
giorgio pietrocola

 

Re: NUOVO DOCENTE


Inserito in origine da 174383 MARCOMINI, DANIELA
mamma mia!
redface[1].gif (358 byte) che ci sto a fare io che insegno ancora la disciplina!
intendi anche la gestione dell'imprevisto?
ti riferisci all'esempio che daremmo se imparassimo,
se ricercassimo insegnando? oppure ricercare, per modificare il
nostro agire dopo l'osservazione di quel che facciamo?
il circolo di scacchi e la samba mi fanno riflettere.
saluti


Le metafore più usate sono quella della bottega artigiana e quella della comunità scientifica.
leggi anche qui

ciao
giorgio

 

moderati si, ma non nella comprensione


Inserito in origine da 505002 ZANCHIN, RENATA
Rispondendo all'ultimo intervento....certo, hai ragione Lorenzo, dobbiamo essere "moderati" e critici anche: le tecnologie informatiche sono solo uno strumento di cui occorre conoscere limiti e risorse.


Si, ma qui si parlava del cambiamento di ruolo della figura docente.
Direi che prima si dovrebbe capire molto bene quale dovrebbe essere questo nuovo ruolo se cambiassero davvero le modalità di apprendimento grazie alle potenzialità delle nuove tecnologie.
Poi lo spirito critico servirà a capire se, come, quando e in che misura, data l'attuale organizzazione scolastica e l'oggettiva difficoltà della cosa, mettere in atto certi cambiamenti. La conoscenza dei problemi deve precedere l'ossessione di trovare possibili cure immediate. Solo così, distinguendo bene i problemi dalle cure si potra evitare ingenuità del tipo "tic è bello sempre e comunque" che possono anche, purtroppo, peggiorare la situazione.


I colleghi che sono intervenuti prima hanno rivolto la loro attenzione in primo luogo al fatto che oggi "il sapere è caratterizzato dalla vastità e dalla rapidità del cambiamento" e che occorre in tal senso una profonda innovazione nella didattica. Qualcuno ha aggiunto "Serve un insegnante che sappia dare un buon esempio di apprendimento" e non solo che trasmetta tanti contenuti, affinchè l'allievo possa "imparare a imparare" (tra virgolette le loro parole) . Anche questo, sottolineo, vale AL DI LA' E PRiMA ANCORA DELL ESISTENZA DELLE TECNOLOGIE INFORMATICHE.


Certo ma la scuola non è così perchè mancassero idee alternative. Le botteghe artigiane hanno sempre funzionato benissimo come i nostri pittori rinascimentali possono testimoniare. Anche i precettori, spesso filosofi e scienziati, nel rapporto 1 a 1 non erano male per uno studente. La scuola, non lo si deve dimenticare, è organizzata come una catena di montaggio esclusivamente per motivi economici. Nell'ottocento è sembrato questo l'unico modo fattibile per erogare cultura a grandi masse di persone. Se nel frattempo il termine scolastico ha assunto un accezione negativa è segno che l'apprendimento ridotto a questa forma ben poco naturale non ha mai funzionato benissimo ma tuttavia, grazie alla selezione che assicurava livelli iniziali omogenei ed alla gratificazione sociale che premiava il duro impegno, ha potuto svolgere la sua funzione in modo adeguato.
Oggi dobbiamo capire che non solo la selezione e la gratificazione sociale per motivi vari, di fatto, non ci sono più ma che con le nuove tecnologie adeguatamente usate, come i bambini percepiscono bene, è possibile apprendere dall'esperienza in modi naturali ed efficienti che nell'ottocento non erano disponibili.


Grazie per i vostri contributi.


Prego... e grazie anche a te per la partecipazione.
giorgio pietrocola

Ultima modifica di 091804 PIETROCOLA, GIORGIO il 15-05-2003 alle 16:10

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un diverso ruolo per un diverso apprendere


Inserito in origine da 162362 NEGRO, GUGLIELMINO
Ho letto con molto interesse gli interventi che risultano tutti interessanti. Se posso, suggerirei di provare ad applicare quanto appreso nelle normali lezioni scolastiche.
Sarei curioso di conoscere alcune esperienze pratiche.


Non per scoraggiare ma attenzione.
Cambiare ruolo docente non è così semplice.
Non c'è solo qualcosa da applicare.
E'necessario che cambi l' ambiente d'apprendimento.

La nostra scuola è un ambiente di apprendimento artificiale.
E' strutturata, come una catena di montaggio, per trasferire informazioni in tempi ed in modi piuttosto rigidi.
La vecchia figura del docente si è evoluta in questo ambiente artificiale ed è ad esso strettamente legata. Non so in che misura potrà sopravvivere in un ambiente totalmente diverso.

La scuola è forzata al cambiamento da una società in continuo mutamento dove i modi per apprendere sono sempre più extrascolastici.
Oggi, paradossalmente le nuove tecnologie, che naturali non sono, permettono forme di apprendimento alternative di tipo naturale e, proprio per questo, molto più efficiente.

In un ambiente di apprendimento naturale si impara dall'esperienza e dalla interazione, continuamente, tutti imparano da tutti, c'è reale tensione ad apprendere, nessuno finge come ormai d'abitudine nelle nostre scuole, i più esperti aiutano quando serve, guidano con l'esempio dando validi esempi. Come nelle botteghe artigiane.

Ma come la vecchiaia non può trasformarsi in giovinezza così probabilmente la nostra scuola non potrà trasformarsi da tempio dell'apprendimento artificiale (libro) a tempio dell'apprendimento naturale (esperienza interattiva) senza prima dover rinascere.

Ma è solo allora che avrebbe pienamente senso il nuovo ruolo di cui si parla. Proporlo nelle nostre scuole rischia di diventare la caricatura di ciò che potrebbe essere. Non dico di non provarci.
Dico solo che si deve essere ben coscienti delle difficoltà per evitare cocenti delusioni e premature conclusioni.

saluti
giorgio

http://puntoeduft.indire.it/160mila/forumb/aa/showthread.php?s=&postid=11989#post11989

27.05.2003 Re: buoni esempi di apprendimento.....


Inserito in origine da 505002 ZANCHIN, RENATA
Apprezzo la tua passione rispetto alla tematica. Vi sento, anche se non sempre, un tono poco ottimista, più che realista.


Non è facile essere ottimista con quel che si vede in giro. Faccio del mio meglio per comportarmi come se lo fossi. La partecipazione a questo corso lo testimonia.


Io credo che le potenzialità rispetto al cambiamento, in particolare rispetto al ruolo del docente, si stiano manifestando nella scuola italiana, seppur molto lentamente.


Mi sembra che complessivamente la scuola stia andando nella direzione sbagliata. Si va verso modelli di apprendimento/insegnamento sempre più tecnicistici, si cerca con moduli e moduletti di rendere più efficiente la catena di montaggio pagando questa pretesa con pratiche sempre più false, sempre più lontane da ciò che effettivamente può avvenire in classe. Questo mentre, paradossalmente, le opportunità aperte dalle nuove tecnologie spingono verso forme di apprendimento più naturali.


Per esempio, a proposito della tua giusta idea che servano "insegnanti che sappiano dare un buon esempio di apprendimento anche in situazioni impreviste e negoziate dai singoli strada facendo" e non solo "insegnanti che insegnino", pensi che le varie esperienze che state vivendo nell'ambito di questo corso, per esempio gli scambi cooperativi all'interno del forum, possano servirvi in tal senso o no?


Molte esperienze in questo corso per ora, purtroppo, si sono rivelate negative. I forum certo sono un'ottima opportunità innovativa ma non sono immuni dal rischio di essere banalizzati da una mentalità tipicamente scolastica.
ciao
giorgio

 

Re: Re: Re: buoni esempi di apprendimento.....


Inserito in origine da 143911 PERRIA, LUCIA
Vero, ottima opportunità per confrontarsi. Però... talvolta mi pare di trovarmi al Festival delle Banalità! Intendo dire che certi colleghi si sono entusiasmati al punto da "intervenire pur di intervenire" e altri producono a raffica materiale, spesso già prodotto da terzi, che gentilmente offrono in rete. Costoro sono certamente più diligenti e più coraggiosi di me, ma non vorrei che fossero "il senso del dovere" del bravo docente e "l'ansia della valutazione" ad animarli più che "la reale voglia di cambiare". Chi si riconoscesse in questa categoria o avesse almeno il sospetto di potervi appartenere è pregato di non volermene: magari, è sempre meglio che leggere e osservare comparendo poco per paura di dire/pubblicare banalità. Sarebbe opportuno, infatti, che io frequentassi un corso di autostima, altro che TIC !


Cara Lucia, hai tutta la mia stima perchè nella scuola ciò che manca è proprio la capacità di riflettere. Di persone pronte a fare senza porsi troppe domande e a decidere senza cognizione di causa ce ne sono anche troppe.


Per fortuna c'è una minoranza di colleghi che fornisce interventi efficaci, stimolanti, generosi di utili suggerimenti e dai quali emerge un'indubbia competenza: a tal riguardo, a scanso di equivoci, un grazie va detto anche a te!grazie.


Prego. E grazie a te per il tuo rincuorante giudizio ed anche per il fatto che è sempre più raro trovare persone che non hanno perso la propria capacità di valutare senza dover usare più o meno mostruosi strumenti, sedicenti oggettivi, capaci di mirare ad incredibili vette "scientifiche" come dimostrano certi indicatori e certi tracciamenti a noi, ormai, ben noti.
ciao
giorgio