http://puntoeduft.indire.it/160mila/forumb/aa/showthread.php?s=&postid=19230#post19230
> Modulo 2 > Laboratorio: progetto interdisciplinare > La compagnia delle mappe
Inserito in origine da 057289 FALCO, GRAZIA
...
Si è parlato di Mastery learning .credo sia inconciliabile con metacognizione e tutto quanto è stato detto. Promuove un apprendimento passivo basato su obiettivi di prestazione piuttosto che di padronanza. Desidero un vostro parere in proposito.
Cordialmente
Grazia Falco
Il Mastery Learning,("apprendimento per la padronanza"), teorizzato da Bloom,
parte dal presupposto che la maggior parte degli studenti possa raggiungere un elevato
livello di apprendimento, se vengono create le condizioni favorevoli, adeguate alle
caratteristiche e ai bisogni individuali.
"Quando si parla di individualizzazione dell'insegnamento, di personalizzazione del
curricolo, di organizzazione flessibile, di attenzione alla variabile tempo, non si può
non avere come riferimento la teoria del mastery learning, così come è stata
classicamente elaborata da Bloom e Carrol. E' noto il nucleo concettuale di tale teoria:
se si offre a ciascuno il tempo di apprendimento che gli è necessario, sarà possibile
per ogni alunno raggiungere la padronanza negli obiettivi proposti. Il buon apprendimento
è visto come ottimizzazione del rapporto tra il tempo che è necessario a ciascun alunno
e il tempo reale che l'insegnante concede. Chiamiamo utopia questa sfida lanciata alla
didattica, non perché sia priva di fondamento la teoria, e nemmeno perché, finora, la
pratica sia ancora troppo distante dagli ambiziosi obiettivi del mastery. La chiamiamo
utopia in senso positivo, individuandovi, più ancora che una strategia una istanza, che
non finisce di scuotere e sfidare la pratica didattica diffusa. La riforma della scuola
che si delinea ci sembra orientata da una tale provocazione. L'idea guida è infatti data
dalla volontà di garantire il successo scolastico di ogni alunno, e questo è possibile
solo realizzando una scuola su misura. Una istituzione scolastica che ha autonomia di
organizzarsi e di operare scelte didattiche non derivanti da direttive
"centrali" si trova davanti a questa sfida, con la responsabilità di farvi
fronte, con l'ambizione di tentare."
(Tratto da http://www.funzioniobiettivo.it/glo...tery%20learning)
Con il simpaticissimo e preparato collega Giorgio Pietrocola avevamo già sottolineato, in
altri interventi, come l'elevato numero degli alunni per classe non possa conciliarsi con
la possibilità di attuare "quante più possibili strategie di insegnamento, per
andare incontro ai vari tipi di intelligenza e di stili di apprendimento"...
20.06.2003 prodotti su misura
riposto qui questo mio contributo che,
per sbaglio, avevo inserito in risposta ad Ivana, che mi aveva invitato ad intervenire
sull' argomento in un altro forum:
Modulo
2 > Processi di apprendimento/insegnamento e TD > Apprendimento Cooperativo
quote:
Inserito in origine da 054738 NICCOLAI, IVANA
(Tratto da http://www.funzioniobiettivo.it/glo...tery%20learning)
"Quando si parla di individualizzazione dell'insegnamento, di personalizzazione del curricolo, di organizzazione flessibile, di attenzione alla variabile tempo, non si può non avere come riferimento la teoria del mastery learning, così come è stata classicamente elaborata da Bloom e Carrol. E' noto il nucleo concettuale di tale teoria: se si offre a ciascuno il tempo di apprendimento che gli è necessario, sarà possibile per ogni alunno raggiungere la padronanza negli obiettivi proposti.
In mancanza di adeguata motivazione questo tempo potrebbe tendere ad infinito. In ogni
caso ho sottolineato il SE.
quote:
Il buon apprendimento è visto come ottimizzazione del rapporto tra il tempo che è necessario a ciascun alunno e il tempo reale che l'insegnante concede.
Il buon apprendimento non è proprio visto. Ma ne prendo atto lo stesso.
quote:
Chiamiamo utopia questa sfida lanciata alla didattica,
Non è tanto una sfida alla didattica quanto ai tempi e conseguentemente ai costi dell'organizzazione scolastica.
quote:
non perché sia priva di fondamento la teoria,
troppo poco?
quote:
e nemmeno perché, finora, la pratica sia ancora troppo distante dagli ambiziosi obiettivi del mastery.
Lo so, queste cose non preoccupano...
quote:
La chiamiamo utopia in senso positivo,
A ecco! In senso positivo. Allora...
quote:
individuandovi, più ancora che una strategia una istanza, che non finisce di scuotere e sfidare la pratica didattica diffusa.
Ancora con la pratica didattica dimenticando la questione dei tempi. E' un classico,
alla fine il tutto si risolverebbe con un opportuno cambiamento di programmi lasciando
tutto il resto invariato...
quote:
La riforma della scuola che si delinea ci sembra orientata da una tale provocazione.
E' per questo che siamo messi proprio male.
quote:
L'idea guida è infatti data dalla volontà di garantire il successo scolastico di ogni alunno, e questo è possibile solo realizzando una scuola su misura.
Adattare una catena di montaggio, come quella dell' istruzione pubblica, per ottenere
prodotti su misura mantenendo invariati ( o abbassando) i costi è una splendida idea
peccato che non sia mai riuscita a nessuno...L' unica possibilità in questa direzione,
forse, è una scuola in cui ogni alunno interagisca con programmi addestrativi stile CAI.
Sarebbe il massimo a cui si può pensare di spingere la meccanizzazione dei processi di
apprendimento/insegnamento. Il problema per noi, forse, è che una volta raggiunto questo
fantastico obiettivo diventerebbe molto difficile distinguere il ruolo del docente da
quello del bidello.
Dopo la metafora del giocoliere
(Modulo
1 > Innovazione nella scuola e Tecnologie Didattiche > Ci siamo
il prossimo post (ora non ho tempo), cara Ivana, ti proporrò un'altra metafora per
evidenziare la pretesa della individualizzazione dei processi di apprendimento in una
scuola centrata sul trasferimento di conoscenze.
come trasformare un cinema in multisala senza avere molte sale
In una scuola, come la nostra, centrata
sul trasferimento della conoscenza dai libri e dalle menti degli insegnanti alle menti (e
ai quaderni) degli alunni, una classe si può assimilare ad un cinema in cui si proietta
un solo film. Quello progettato in anticipo per le esigenze della classe. Ora siccome le
esigenze del pubblico-classe, sempre più eterogeneo, sono aumentate, il cinema vuole
diventare una multi-sala per poter finalmente soddisfare tutti.
Fin qui tutto molto semplice ma c'è un problema: il nostro cinema-classe non ha che un
solo locale a disposizione.
Proiettare decine di film contemporaneamente nella stessa stanza creerebbe tanta, troppa,
confusione con il rischio che così in realtà verrebbe resa impossibile anche la visione
di quell'unico film che prima era possibile vedere. Avere più di un locale e più di un
addetto alle proiezioni contemporaneamente non è proprio possibile anche se qualche volta
per qualche portatore di handicap, andando contro la legge che giustamente imporrebbe
l'integrazione, con la complicità di un addetto specializzato, si riesce a trovare
un'altra saletta per una proiezione separata.
Ma il grosso problema resta.
Come risolvere questo problema che sembrerebbe senza speranza di soluzione?
Come trasformare un cinema normale in multisala senza avere molte sale?
La scuola, per ora, sembra aver trovato una soluzione geniale.
Inizialmente sonda con strumenti idonei le menti dei vari alunni. Degna di lode è
l'estrema precisione di tali rilevazioni che arrivano al punto da rendere irrilevante il
problema di Edward Lorenz della sensibilità alle condizioni iniziali permettendo,
successivamente, con stupefacente ma scientifica preveggenza, di elaborare su misura dei
P.E.I. (Piani Educativi Individualizzati) in cui vengono indicati e prodotti i film da
proiettare per ciascun alunno.
Purtroppo però, quest'immane fatica non potrà ricevere la soddisfazione che merita
perchè, e qui sta la furbizia, il PEI resta nel cassetto e in realtà si opta, ma questo
non lo si dovrebbe dire, per l'unica soluzione praticabile: si proietta un unico film.
Per ora la soluzione "faccio finta" sembra accontentare tutti, la scuola perchè
ha dimostrato che lei i miracoli li sa fare, gli alunni perchè tanto sempre scuola è, i
burocrati-pedagoghi perchè hanno ottenuto l'impossibile ad un prezzo veramente
eccezionale.
Tutti contenti, forse, ma quanto potrà durare?