Formazione tecnologica - Percorso B
  
Forum Percorso B Forum Percorso B > Modulo 3 > Forum disciplinari > Lingua Italiana > Le TIC e la gestione del ‘testo’: pianificare, redigere, correggere, riscrivere…. > il libro è tic? Voto della Discussione: voti 3, media 5.00.
Il libro è tecnologia dell'informazione e della comunicazione?
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Giorgio Pietrocola
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il libro è tic?

Rilancio un argomento che sto cercando di dibattere anche su altri forum. Per comodità riporto anche alcuni interventi sparsi su altri thread.


Finora nessuno è stato in grado di spiegarmi perchè il libro non debba essere considerato tecnologia della informazione e della comunicazione.
qualcuno può farlo?
saluti
giorgio

quote:
da sintesi dell’intervento di Maragliano sulle “Strutture percettive dei giovani” 10.4.2003 Bologna
Siamo davanti a qualcosa di paragonabile al passaggio che avvenne a partire dal XV secolo, quando cominciò ad affermarsi la scrittura a stampa in sostituzione della scrittura manuale. A sua volta questa discontinuità ha un precedente cruciale nel passaggio, antichissimo, dalla cultura orale alla cultura scritta.

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Old Post 28-05-2003 23:28
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Giorgio Pietrocola
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intervento Guastavigna

quote:
Inserito in origine da 151718 GUASTAVIGNA, MARCO
Il libro è tecnologia dell'informazione e della comunicazione, eccome!

Cfr.

Calvani A., "Dal libro stampato al libro multimediale", La Nuova Italia, Firenze, 1990

Scavetta D., "Le metamorfosi della scrittura", La Nuova Italia, Firenze, 1992

Maragliano R., "Manuale di didattica multimediale", Editori Laterza, Roma-Bari, 1994

Maragliano R., "Nuovo manuale di didattica multimediale", Editori Laterza, Roma-Bari, 1998

Maragliano R., "Tre ipertesti su multimedialità e formazione", Editori Laterza, Roma-Bari, 1998, dove l'autore usa la tecnologia libro per scrivere ipertesti.

Il libro è anche formazione a distanza...

Il libro NON è tecnologia DIGITALE.

cfr. a questo proposito anche http://www.pavonerisorse.to.it/guasta/2anno/perlapre.htm

Saluti

Ultima modifica di 091804 PIETROCOLA, GIORGIO il 29-05-2003 alle 00:28

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Old Post 29-05-2003 00:14
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Giorgio Pietrocola
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mia replica

quote:
Inserito in origine da 151718 GUASTAVIGNA, MARCO
Il libro è tecnologia dell'informazione e della comunicazione, eccome!
Benissimo, allora siamo d'accordo.
(Alla tua bibliografia aggiungerei anche il saggio di Walter Ong Oralità e scrittura.)

Ma allora perchè nasconderlo?

Perchè usare il termine TIC in un significato così riduttivo?
Forse per precludersi la possibilità di capire certi processi storici e la loro influenza sul pensiero e sulle modalità di apprendimento?

O ti sembra che ciò possa emergere dalle aggrovigliate definizioni di TIC date nel materiale del modulo 1?

saluti
giorgio

dal materiale modulo 1:
quote:
la storia delle TIC, su un piano strettamente tecnologico, coincide con la ricerca nel settore delle tecnologie didattiche a supporto digitale e si incentra oggi in modo prevalente su alcune tecnologie hardware e software che hanno dimostrato particolare efficacia didattica o comunque la promettono come ad esempio multimedia e hypermedia, telematica ed intelligenza artificiale.

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Old Post 29-05-2003 00:16
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Giorgio Pietrocola
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sollecito

Allora,
cari esperti, grandi e piccoli, delle tic e
cari studenti (come me) di tic nonchè futuri ticcologi,
c'è qualcuno che ha qualche argomento
per la tesi che il libro non è una tic?

Oppure qualcuno che sappia giustificare l'opportunità di una definizione apparentemente mutilante e fuorviante almeno dal punto di vista storico?

Oppure qualcuno che possa spiegare perchè questa accezione riduttiva dell'acronimo tic non emerga affatto dal materiale a nostra disposizione?

saluti
giorgio

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Old Post 29-05-2003 00:23
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Giorgio Pietrocola
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intervento Gualandri

quote:
Inserito in origine da 053714 GUALANDRI, ANNAMARIA Condivido pienamente le perplessità di Giorgio Pietrocola espresse nell’intervento del 26-5-2003 “Perché il libro non sarebbe TIC” a cui rimando per capire meglio il senso del mio intervento.
Credo che il problema attuale sia quello di non perdere di vista una corretta ecologia dei media, per non incorrere in eccessi, quali quelli che velatamente (o meno) si evincono da affermazioni presenti nei materiali di questo modulo o che potrebbero svilupparsi nei docenti, se non hanno avuto altri approcci alla Pedagogia e alla Didattica in generale, a causa del focus monotematico alla didattica delle nuove tecnologie di questo corso.

Mi rifaccio ad affermazioni presenti nel libro di Antonio Calvani "Educazione, comunicazione e nuovi media" - Utet 2001.
"Da diverse parti - pur tralasciando i toni isterici degli apocalittici - si sottolineano i problemi connessi a possibili forme di <<inquinamento>> che richiedono una consapevolezza maggiore, al pari di quella necessaria a proposito dei problemi dell'ecologia naturale.
Ecco alcune tipologie di fattori e situazioni in cui ci possiamo imbattere:
...
- accentramento monomediale: un medium o contesto comunicativo diventa esclusivo, totalizzante rispetto ad altri canali esperienziali;
...
- Ipertrofia tecnologica: si utilizzano strumenti sofisticati quando se ne potrebbero usare di più semplici; si perde il senso del mezzo giusto al momento giusto;
..."

Credo che in certe affermazioni presenti nei materiali del modulo ci sia qualche effetto di questi fattori
- quando si dice nel paragrafo “Differenze fra TD e uso delle TIC nella didattica” “la storia delle TIC, su un piano strettamente tecnologico, coincide con la ricerca nel settore delle tecnologie didattiche a supporto digitale" riferendo il "tecnologico" esclusivamente alle Nuove Tecnologie, come se scrittura e stampa non fossero tecnologie dell’informazione e della comunicazione in senso stretto;
- quando si dice nel paragrafo "Oltre il libro di testo" "L’innovazione tecnologica, portata dalla tecnologia digitale, non implica semplicemente la sostituzione di un prodotto ritenuto obsoleto (il libro) con uno innovativo (i CD-Rom o Internet)", facendo intendere che possiamo prendere i libri e buttarli, quando sappiamo benissimo che la lettura testuale da supporto cartaceo continua ad avere i suoi vantaggi rispetto alla lettura da video. Sarebbe come dire che l'innovazione dell'aspirapolvere ha implicato la sostituzione della scopa (ritenuta obsoleta), quando invece in ogni casa c'è accanto all'aspirapolvere anche la scopa, e si usa l'uno o l'altro a seconda delle necessità e comodità, e le industrie continuano a produrre scope migliorandone le caratteristiche tecnologiche.


Nell'introduzione del libro di Calvani leggo ancora: "...il pensiero umanistico ha manifestato in passato un prevalente atteggiamento di diffidenza verso la tecnologia ed i media;...adesso si assiste ad una loro marcata appropriazione da parte del mondo umanistico: il rischio attuale è semmai quello opposto, che si passi dall'ostilità preconcetta all'infatuazione acritica e selvaggia".

Perchè nel contesto del corso in cui siamo impegnati non restiamo vittime di tale infatuazione riporto un'altro passo del libro per coloro che non lo potessero consultare personalmente:

"Possiamo proporre alcuni criteri regolativi più specifici per una ecologia mediale, quali i seguenti:
- LIMITAZIONE DEGLI ECCESSI (ipo- iper- comunicazione). Si tratta in primo luogo di controllare che l'ambiente formativo non sia nè depauperato nè sovraccarico di materiali informativi;
- NON INTRUSIVITA' nel soddisfacimento di istanze di ordine più basilare. Si dovrebbe controllare che l'impiego dei media non sottragga spazio e tempo al soddisfacimento di bisogni primari, quali quelli di sicurezza, autonomia fisica, identità;
- CONTRAPPESO FORMATIVO. Si dovrebbe seguire il criterio per cui tanto più si inseriscono, specie in età giovanile, esperienze con le tecnologie (magari sofisticate), tanto più si dovrebbero allo stesso tempo introdurre esperienze formative secondo tipologie non mediate, tanto più è necessario che si valorizzino dimensioni quali il corpo, la comunicazione diretta, il racconto, il dialogo critico e socratico;
- NON ESCLUSIONE PREGIUDIZIALE DI OGNI TIPOLOGIA FORMATIVA. Un qualunque progetto o ambiente formativo dovrebbe basarsi sul presupposto che ogni modalità può offrire un apporto specifico, può pertanto costituire a suo modo una risorsa; si dovrebbe quindi far precedere il progetto da una valutazione sulle potenzialità offerte all’interno delle diverse tipologie e contesti mediatici;
- INTEGRAZIONE DI PIU’ TIPOLOGIE. E’ preferibile ricercare l’integrazione di più canali formativi, realizzando un equo dosaggio tra di essi ed evitando l’accaparramento da parte di uno a scapito degli altri;
- CONNOTAZIONE SPECIFICA DEL CONTESTO FORMATIVO. L’uso educativo del mezzo nel particolare contesto formativo deve avvenire all’interno di una specificità educativa che riconosca ed esalti allo stesso tempo la funzione specifica di quel contesto in rapporto agli altri;
- SEMPLIFICAZIONE MEDIALE. Si dovrebbe usare la tecnologia più semplice al posto di quella più sofisticata ogni volta che quest’ultima non sia indispensabile." (Calvani 2001)

Pur essendo innamorata delle nuove tecnologie credo che sia importante tenere presente il discorso riguardante l’ecologia mediale, proprio in questo momento in cui approfondiamo i temi riguardanti l’utilizzo delle tecnologie nella didattica perché, come altri campi di cui si interessa l’ecologia ci possono insegnare, è facile produrre danni a cui poi diventa arduo porre rimedio.

Oltretutto non dimentichiamo che quando se ne va la corrente elettrica l’aspirapolvere non funziona ma la scopa sì per cui è meglio tenerla e saperla utilizzare.

Saluto tutti augurando buon lavoro con qualsiasi medium e qualsiasi tecnologia
AnnaMaria Gualandri

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Old Post 29-05-2003 00:25
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Giorgio Pietrocola
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quote:
da sintesi dell’intervento di Maragliano sulle “Strutture percettive dei giovani” 10.4.2003 Bologna
Siamo davanti a qualcosa di paragonabile al passaggio che avvenne a partire dal XV secolo, quando cominciò ad affermarsi la scrittura a stampa in sostituzione della scrittura manuale. A sua volta questa discontinuità ha un precedente cruciale nel passaggio, antichissimo, dalla cultura orale alla cultura scritta.

Si.
Se è vero quello che raccontiamo a scuola che la storia serve a capire, che chi non conosce la storia è destinato a ripetere gli stessi errori, è ora che si cominci ad aprire gli occhi ed a discutere queste idee.
Parlo di storia perchè anche la tecnologia ha una storia che non comincia certo dal computer checchè ne dicano le "TIC" che con la loro miope definizione restrittiva sembrano voler ridurre la tecnologia della comunicazione e della informazione all'avvento del computer. La storia della tecnologia è strettamente connessa alla storia della cultura umana, ai modi di pensare e di apprendere.

La scelta del termine TIC e la sua definizione restrittiva mi sembra infelice e fuorviante.

Infelice perchè ricorda certe singolarità del comportamento (i tic).

Fuorviante perchè nasconde
  • che anche il libro è tecnologia della comunicazione e della informazione
  • che la possibilità di interagire con mondi virtuali è ciò che veramente cambia la modalità di apprendimento.


giorgio pietrocola

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Old Post 29-05-2003 00:50
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Giorgio Pietrocola
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orologio forum

quote:
Inserito in origine da 126469 PITTALUGA, TIZIANA
[B]Perchè l'orologio del forum non è stato aggiornato???
Eppure siamo nel sito delle TIC.............
Si, ma queste sono TIC che misconoscendo il proprio passato non possono interpretare correttamente neppure il presente.

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Old Post 29-05-2003 00:55
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Marco Guastavigna
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Messaggi: 291

TIC

E' il termine che è insufficiente. Vanno aggiunte espressioni come "digitali", "attuali", "infotelematiche" e così via. Adesso, visto che siamo tutti d'accordo, proporrei di chiudere la discussione.
Saluti

__________________
Marco Guastavigna
mguasta@tin.it
www.noiosito.it
3396894536

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Old Post 29-05-2003 09:47
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Vito Maistrello
Moderatore

Messaggi: 43

a tutti

scusandomi del ritardo, dovuto a sovraccarico ... indovinate di cosa. Voglio solo aggiungere che trovo non solo sensata questa correzione di rotta, non solo terminologica, a proposito del dibattito che avete fatto, ma del tutto ecologica, nel senso pieno e etimologico, alla Bateson, per chi ne è un po' curioso e lettore.
Ai testi che avete citato aggiungerei anche il poco noto Havelock, soprattutto quello di "La Musa impara a scrivere", Laterza, 1987; e R. Simone, "La terza fase", sempre Laterza, 2000.
Poi, apparentemente a margine (ma a me piace distendere gli orizzonti, e cercare tra qualche fiorellino di campo, lontano dalle serre, un po' fuori mano, se c'è qualche colore o profumo insolito, poco catalogato...), suggerirei sommessamente anche il più recente 'dialogo' tra Carlo Bernardini, fisico, e Tullio De Mauro, 'astrofisico' della ligua, "Contare e raccontare (Dialogo sulle due culture)", Laterza (ancora! non sono un rappresentante del bravo editore barese...), 2003.
Grazie, e scusa, Marco, se mi sono accodato tardi, Vito

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Old Post 29-05-2003 18:26
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Giorgio Pietrocola
Utente registrato

Messaggi: 474

Re: TIC

quote:
Inserito in origine da 151718 GUASTAVIGNA, MARCO
E' il termine che è insufficiente. Vanno aggiunte espressioni come "digitali", "attuali", "infotelematiche" e così via. Adesso, visto che siamo tutti d'accordo, proporrei di chiudere la discussione.
Tutti?
12898 corsisti, 656 tutor etc. etc..?

Non accolgo la tua proposta di chiudere la discussione, che poi è anche un sondaggio, perchè ritengo il tema della massima importanza.
E' certo una questione linguistica ma proprio per questo non va sottovalutata né tantomeno banalizzata.
Le parole sono schemi mentali che possono aiutare a capire ma che a volte possono essere di grave ostacolo alla comprensione della realtà.

E' la tecnologia della parola che influenza il pensiero.

Chiamare "informatica" l'utilizzazione di applicativi progettati per cliccare ed esplorare non è solo una questione di termini impropri è un modo per non vedere la realtà emergente.

Parlare di "alfabetizzazione" quando il problema è la familiarizzazione e nulla di simile ad un alfabeto esiste, essendo coinvolta una diversa modalità di apprendimento, ha analogo effetto depistante.

Così parlare di "TIC" in senso riduttivo ed a-storico impedisce di vedere in che modo ed in quale direzione le nuove tecnologie stanno cambiando il modo di pensare e di apprendere in questa nostra epoca.

saluti
giorgio

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Old Post 29-05-2003 20:29
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Loretta Ranzani
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Re: il libro è tic?

quote:
Inserito in origine da 091804 PIETROCOLA, GIORGIO
Rilancio un argomento che sto cercando di dibattere anche su altri forum. Per comodità riporto anche alcuni interventi sparsi su altri thread.


Finora nessuno è stato in grado di spiegarmi perchè il libro non debba essere considerato tecnologia della informazione e della comunicazione.
qualcuno può farlo?
saluti
giorgio




Ho risposto affermativamente perchè per me lo è.

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Old Post 29-05-2003 22:29
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Giorgio Pietrocola
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Re: Re: il libro è tic?

quote:
Inserito in origine da 058396 RANZANI, LORETTA
Ho risposto affermativamente perchè per me lo è.
Ed io ti ringrazio per la tua gentile partecipazione, Loretta

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Old Post 30-05-2003 20:56
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Giorgio Pietrocola
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Arrow pianificare, redigere, correggere, riscrivere...

quote:
Inserito in origine da 151718 GUASTAVIGNA, MARCO
E' il termine [TIC] che è insufficiente.
Già.
In tema con questo forum è proprio il caso di dire che anche e soprattutto per il termine in questione sarebbe necessario pianificare, redigere, correggere, riscrivere….
quote:
Vanno aggiunte espressioni come "digitali", "attuali", "infotelematiche" e così via. ....
Così sarebbe solo un po' meglio in quanto verrebbe eliminato il "bug". Purtroppo, però, non è affatto sufficiente discriminare correttamente le vecchie dalle nuove tecnologie. Così, infatti, agli occhi dei più, rimarrebbe nascosto ciò che, invece, sarebbe fondamentale evidenziare per capire la rivoluzione epocale in atto.
La carica innovativa delle nuove tecnologie, rivoluzionaria rispetto alla modalità di apprendimento, non è quantitativa (maggiore informazione e comunicazione) ma qualitativà: la possibilità di imparare dall'esperienza interagendo con micromondi virtuali.
quote:
Adesso, visto che siamo tutti d'accordo, proporrei di chiudere la discussione.
?!

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Old Post 30-05-2003 21:12
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Caterina Mino'
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Messaggi: 12

Libro e NT

Chi considera il libro uno strumento didattico superato apre a mio giudi zio una inutile "querelle". Anche il libro, come strumento cartaceo si serve delle moderne tecnologie ed è uno dei tanti sussidi a disposizione di docenti ed alunni. Cosa ne pensate?
Caterina Minò

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Old Post 03-06-2003 15:07
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Mirella Di Marcantonio
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Messaggi: 14

Libro e NT

Condivido la tua opinione nel considerare il libro lo strumento didattico "principe", anche se oggi è possibile accedere ai saperi
servendosi delle nuove tecnologie didattiche. Vedi internet.
Cosa ne pensate?
Mirella Di Marcantonio

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Old Post 03-06-2003 15:16
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Marco Guastavigna
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Messaggi: 291

Re: pianificare, redigere, correggere, riscrivere...

Quando ho proposto di chiudere era perché mi sembrava che stessimo discutendo in 2 o 3.
Visto che invece questo sembra un thread di bibliofili, segnalo un altro filone di lettura generale, la storia sociale delle tecnologie, e alcuni titoli in particolare:

Beniger J. R., "Le origini della società dell'informazione", Utet libreria-Telecom Italia, Torino, 1995
Breton P, "Il culto di Internet", testo&immagine, Torino, 2001
Carlini F., "Chips&Salsa", manifestolibri, Roma, 1995
Carlini F., "Internet, Pinocchio e il gendarme", manifestolibri, Roma, 1996
Carlini F., "Lo stile del Web", Einaudi, Torino, 1999
Fischer C.S., "Storia sociale del telefono", Utet libreria-Telecom Italia, Torino, 1994
Flichy P., "Una storia della comunicazione moderna", Baskerville, Bologna, 1994
Flichy P. "L'innovazione tecnologica", Feltrinelli, Milano, 1996
Gates A., "Nella rete tecnologica", Utet libreria-Telecom Italia, Torino, 1997
Mansell R., "Le telecomunicazioni che cambiano", Utet libreria-Telecom Italia, Torino, 1996
Marvin C., "Quando le vecchie tecnologie erano nuove", Utet libreria-Telecom Italia, Torino, 1994
Ottaviano C., "Mezzi per comunicare", Paravia, Torino, 1997
Rawlins G. J. E., "Le seduzioni del computer", il Mulino, Bologna, 1997
Rawlins G. J. E., "Schiavi del computer?", Editori Laterza, Roma-Bari,1999
Stefik M., "Internet Dreams- Archetipi, miti e metafore", Utet libreria-Telecom Italia, Torino, 1997
Thompson, J.B., "Mezzi di comunicazione e modernità", il Mulino, Bologna, 1998

Queste letture fanno giustizia di un altro termine di grande ambiguità e, purtroppo, fascino: "nuovo".

Saluti

__________________
Marco Guastavigna
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Old Post 04-06-2003 17:27
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Anna Maria Danzini
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Tic?

Il libro è TIC. Storicamente TIC.

Anna Maria

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Old Post 05-06-2003 18:59
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Lorella Camporesi
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Messaggi: 22

indubbiamente il libro è TIC, ma la questione non è solo terminologica, a mio parere: si tratta di stabilire se le TIC informatiche siano migliori e debbano soppiantare inevitabilmente gli strumenti precedenti, o semplicemente siano un arricchimento.
In un altro forum si è discusso a lungo sull'abolizione del 'ch' e su una sua sostituzione con il 'K', in una girandola di farneticazioni di chi vuole essere a tutti i costi modernista e buttare a mare tutto il passato (questa cosa ricorda un po' certi atteggiamenti del futurismo, che per altro è ormai alle nostre spalle...)

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Old Post 14-06-2003 15:11
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Barbara Onofri
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Libro tic sì o no?

Anche io come voi sono d'accordo nel considerare il libro una tic...come ho già avuto modo di dire in un altro sondaggio precedente...potrà cambiare il "vestito", potrà divenire e-book ma rimarrà sempre una tic imprescindibile.

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Old Post 27-06-2003 14:23
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Ivana Niccolai
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Messaggi: 1616

Per il sondaggio proposto ho votato "sì"...

Ivana

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Old Post 30-06-2003 00:07
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