Giorgio Pietrocola Utente
registrato
Messaggi: 474 |
riflessione
Leggendo un
buon libro si può far esperienza di altre esistenze. Queste
sono frutto di una codifica in lettere con cui lo scrittore
riesce a descrivere personaggi mediante la sua esperienza o
una simulazione realizzata con processi identificativi, sé
virtuali, nella propria mente. La forma letteraria è solo la
fase finale di questo processo. Diversa ma non meno
artificiale, è la posizione del lettore che deve, senza poter
interagire, percepire e ricostruire nella propria mente
l'identità dei vari personaggi attraverso le lettere del
testo. Il web attualmente fornisce ambienti in cui sono
possibili giochi di ruolo o gruppi di discussione virtuali in
cui si interagisce con l'altro, in modo asincrono,
direttamente attraverso un breve testo scritto. Normalmente
l'altro è associato ad un soprannome (nick) che nulla
garantisce sull'identità reale. L'altro è quindi
identificabile, come in un famoso racconto di Virginia Woolf,
solo con il testo che di volta in volta produce. In questi
ambienti che uniscono a situazioni tipiche dell'oralità
importanti cartatteristiche della scrittura come analisi,
riflessione e revisione il rapporto con le lettere è primario,
molto più immediato e diretto del solito e, in qualche modo,
si vive direttamente il testo che si ha di fronte. Mi sembra
che qui diverse modalità di apprendimento si fondino
armonicamente: Il simbolico ricostruttivo diventa esperienza
interattiva asincrona. Con metafora informatica potremmo dire
che il linguaggio non è compilato ma è interpretato. Mi
sembra che tutto ciò possa, potenzialmente, rivoluzionare il
modo di apprendere e quindi le strategie educative. Mi
piacerebbe leggere di qualche iniziativa educativa che vada in
questa direzione. Di esempi di vecchie modalità realizzate con
i nuovi strumenti, come quando metalinguaggi sono usati per
far marcare il testo in contesti non comunicativi, mi pare,
invece, che ce ne siano stati anche troppi.
Segnala
al moderatore | IP: Collegato |