Giorgio Pietrocola Utente
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pratiche
burocratiche
quote:
Inserito in origine da 058697 STANZIANO, ANGELINA
[Il problema è che è molto difficile accettare
questa situazione. Tutti questi compromessi in materia di
valutazione, ci inducono a continui falsi ideologici. Ci
sono situazioni che oggettivamente sarebbero al limite della
legalità ed il paradosso è che è proprio una struttura
governativa, legale, diretta dal governo, che ci induce a
fare certe cose...
Leggi anche qua da Modulo 1 > Innovazione nella scuola e
Tecnologie Didattiche > La "rivoluzione" delle
NT Buon Anno
___________________________________________ Inserito
in origine da 057266 EPIFANI, MAURIZIO Riporto, qui
di seguito, un intervento dello studioso Luigi Catalano,
dirigente alla Dirclassica (MIUR).
"La scuola
italiana, nel corso degli ultimi vent'anni, è stata oggetto di
serie riflessioni, tradotte poi in interventi legislativi
volti ad adeguarla al passo dei tempi; con amarezza e
obiettività dobbiamo però riconoscere che il più delle volte
ha "perso il treno"... e non ha saputo cogliere in tempo e
soprattutto in profondità la portata e il significato di
alcuni cambiamenti. Per la scuola media, ad esempio, sono
emblematici i Programmi del 1979, che ancor oggi, in molte
realtà vengono disattesi, oppure la Legge 517 che indicava
nella Programmazione lo strumento operativo del Collegio
Docenti, dei Consigli di Classe, del singolo docente. In
moltissime scuole essa è, a tutt'oggi, quella pratica
burocratica necessaria per stare "in regola", aggiornata alla
meglio anno dopo anno, che non ha nulla a che fare con la
prassi giornaliera della scuola, non funziona da strumento
orientante le scelte del docente o del Consiglio di classe, è
lettera morta, e resta chiusa, ben custodita, in un cassetto.
Eppure, allora era parsa come una rivoluzione: finalmente
permetteva di abbandonare la logica del programma, della
sterile trasmissione di una massa di contenuti. E' lecito
allora chiedersi se l'introduzione delle nuove tecnologie
didattiche equivarrà a realizzare di per sè una "rivoluzione"
nella scuola, o se anch'esse saranno assorbite insieme a tutti
gli altri elementi senza essere "sale", fermento dell'insieme.
Il rischio è reale, ed è dato da vari fattori, atteggiamenti,
modalità attuative che intervengono in questo nuovo
scenario"
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