Dopo lunghe riflessioni
insieme ai matematici di corte il re capì molto bene come, non solo nessun intero,
come sapeva anche prima, ma anche nessuna frazione,
al quadrato, poteva dare 2.
Più in generale si accorse che nessuna frazione dopo l'elevazione al quadrato
può diventare semplificabile se non lo era già prima. Questo perché i numeri
interi possono essere scomposti in fattori primi in un solo modo e quindi
quando un numero si moltiplica per se stesso i fattori primi raddoppiano le
proprie copie senza che nessun nuovo fattore primo possa mai
comparire. Guardando per esempio 21 che è 3*7 diventare, al quadrato, 441
che è 3*7*3*7 , è facile comprendere come i fattori primi rimangano 3
e 7 non potendo cambiare neanche se si elevasse al cubo o a potenza
superiore. E così, dato che le frazioni sono identificate da due
numeri interi, il numeratore che conta i passi del quadrato misurante e il
denominatore che lo identifica, nessun nuovo fattore, può comparire dopo l'elevazione al quadrato
della frazione. Dato che per poter semplificare una frazione serve un
fattore comune ai due numeri che la compongono non c'è alcuna speranza che una
qualche frazione non semplificabile, possa semplificarsi dopo essere stata moltiplicata per se
stessa. Dunque, in particolare, non esiste una frazione che al quadrato dia
2. E questo conferma, per altra via, il risultato del torneo. |
Il re capì anche che di
punti come quello del torneo a cui corrispondono numeri diversi che chiamò
irrazionali ce ne erano molti di più di quanto non sospettasse. Tanto che,
per colmo di irrazionalità, - continuò suo malgrado a pensare- se si
pescasse un punto a caso su quella semiretta, la
probabilità di sorteggiare un punto di quelli segnati dai suoi fedeli
sudditi, e quindi una frazione cioè un numero razionale,
non solo è molto bassa ma è proprio zero! Proprio come se l'evento, pur
evidentemente possibile, essendoci infiniti punti corrispondenti a frazioni
ammassati oltre ogni immaginazione, fosse impossibile!
Dunque, per quanto possa
sembrarci strano, quella massa infinita e infinitamente densa di punti
marcati dal sovrumano lavoro del nostro re e dei suoi sudditi si diluiscono,
sulla retta, in un mare infinitamente più vasto. Tanto che i nostri
punti con nome di frazioni in realtà risultano, usando l'immagine poetica
con cui Virgilio nell'Eneide descrive i naufraghi sperduti nel mare
immenso dopo la tempesta,
" RARI NANTES IN GURGITE VASTO "
Si
accorse infatti, il nostro bravo re matematico, che le frazioni possono essere rappresentate come numeri
decimali
(1) periodici mentre gli irrazionali come numeri decimali
(1) non
periodici. Se si prende dunque un punto a caso e, quindi, un numero a caso, anche le cifre dopo la virgola sono
a caso. Ma quando le cifre escono a caso la loro periodicità, andando
avanti, ha infinite opportunità di rompersi e, prima o poi, realisticamente,
si romperà.
Nota
Per la verità il re avendo, come i suoi sudditi quattro lati, nel
rappresentare i numeri, non usava come noi la base 10, ma la base 4. Dato
però che questo particolare non cambia la sostanza del suo ragionamento
si è preferito non complicare inutilmente la questione.
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