TQuando
tutti ebbero terminato, con cura ed estrema diligenza, il proprio
laborioso lavoro, furono di nuovo ai piedi del loro re nelle loro rispettive
posizioni di partenza, ma nessuno dell'infinita schiera poté vantarsi di
aver vinto il torneo. Grande fu per questo la delusione dei sudditi e del
loro re, ma ancor più grande fu la sorpresa del monarca che, rimasto senza
parole, non sapeva spiegarsi l'esito inaspettato e - pensava lui -
assurdamente irrazionale - di quella singolare gara che aveva ideato e che
nessuno degli infiniti pretendenti, pur infinitamente piccoli, aveva
potuto vincere. Alla fine il re , fece appello a tutta la sua saggezza, e,
dopo essersi ripreso, pronunciò questo memorabile discorso:
"Miei cari sudditi, sono fiero di voi, e vi ringrazio moltissimo, avete
fatto tutto quello che era nelle vostre possibilità. Se è vero che i miei
due progetti, quello di dare un nostro nome a tutti i punti della retta e
quello di misurare esattamente, tramite uno di voi, il mio scettro, sono
inaspettatamente falliti è anche vero che i nostri sforzi non sono stati
vani perché ora abbiamo di che riflettere per capire meglio noi stessi e il
mondo a cui apparteniamo. Questo fallimento ci ha insegnato che la realtà è
molto più ricca di quanto appaia alle nostre menti e ai nostri tentativi di
ingabbiarla. Ora sappiamo che esiste almeno un punto, ma temo ce ne possano
essere tanti altri, che sfuggono a ogni nostra possibile, esatta, misurazione. Ci
rifletterò e vi invito a fare altrettanto. Grazie e arrivederci." |