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> Modulo 1 > Innovazione nella scuola e Tecnologie Didattiche > La "rivoluzione" delle NT
9.05.2003
riflessione
Inserito in origine da 057266 EPIFANI, MAURIZIO
[intervento Luigi Catalano, (MIUR)]:
....... ad esempio, sono emblematici i Programmi del 1979, che ancor oggi, in molte
realtà vengono disattesi, oppure la Legge 517 che indicava nella Programmazione lo
strumento operativo del Collegio Docenti, dei Consigli di Classe, del singolo docente. In
moltissime scuole essa è, a tutt'oggi, quella pratica burocratica necessaria per stare
"in regola", aggiornata alla meglio anno dopo anno, che non ha nulla a che fare
con la prassi giornaliera della scuola, non funziona da strumento orientante le scelte del
docente o del Consiglio di classe, è lettera morta, e resta chiusa, ben custodita, in un
cassetto.
Triste, squallida, avvilente realtà quotidiana. Il far finta dilaga sempre più, incontrollabilmente, in modo endematico, a tutti i livelli, nel mondo malato della nostra scuola ed anche questo corso non ne è certo immune.
Eppure, allora era parsa come una rivoluzione: finalmente permetteva di abbandonare la logica del programma, della sterile trasmissione di una massa di contenuti.
Senza un'analisi dei costi e dei tempi, senza studi di fattibilità senza controlli per rilevare eventuali fallimenti solo nella scuola si può pensare di operare.
E' lecito allora chiedersi se l'introduzione delle nuove tecnologie didattiche equivarrà a realizzare di per sè una "rivoluzione" nella scuola, o se anch'esse saranno assorbite insieme a tutti gli altri elementi senza essere "sale", fermento dell'insieme.
Proporre, senza preventive diagnosi, cure a base di iniezioni di fede tecnocentrica non mi pare abbia molte possibilità di successo. Tanto varrebbe pregare qualche santo. Almeno il tentativo sarebbe più economico.
Il rischio è reale, ed è dato da vari fattori, atteggiamenti, modalità attuative che intervengono in questo nuovo scenario"
Si
Riflettiamo.
Sarebbe necessario, io
rifletto da tempo, ma temo che qui, in generale, si sia troppo distratti da cure
miracolose, da mappe concettuali e da altre amenità per poter riflettere su tutto ciò.
ciao
giorgio
cure senza diagnosi
Inserito in origine da 065247 CAMPORESI, LORELLA Condivido in buona parte le vostre preoccupazioni, ma credo anche che una parte del cambiamento dipenda proprio da noi.
Comincio a pensare che sia una lotta senza speranze.
quote:
io non credo alle cure miracolose, ma le mappe concettuali, se sono uno strumento di lavoro tra gli altri, che ci consenta di attuare una metodologia costruttivista (nei limiti e negli spazi consentiti) possono dare buoni risultati in classe.
Si, ma, come tu giustamente evidenzi, ciò è legato strettamente al contesto educativo
che le supporta. Ciò che temo invece sono mappe preconfezionate fine a se stesse, mutanti
scolastici che hanno perso ogni traccia della teoria educativa che le ha generate e che
già mi sembra di veder propagarsi con efficientissimi meccanismi virali.
Si potrebbe discutere delle mappe e di tante altre belle cose ma credo che, prima di
individuare soluzioni, si dovrebbero mettere a fuoco i problemi enormi della nostra
scuola.
Quello che manca è una diagnosi, di cure, o presunte tali, ce ne sono anche troppe.
Io, che con una laurea in Pedagogia insegno lettere moderne, le uso, nel mio piccolo e con i miei enormi limiti, con un discreto successo.
Complimenti. Perfetto.
Come vedi il tutto non è banalmente riducibile a mappe o a tic sempre e comunque.
Ripeto: sono anch'io piuttosto scettica e piuttosto preoccupata, ma credo non si debba correre il rischio di "gettare il bambino con l'acqua sporca"; se piccole innovazioni possono portare piccoli cambiamenti positivi, perchè rinunciare a tentare facendoci prendere dalla filosofia del 'nihil sub sole novi'?
I tentativi vanno fatti ma solo dopo aver capito bene quali sono i problemi. Agendo
prima si rischia, come troppo spesso accade, di andare nella direzione opposta peggiorando
la situazione.
saluti
giorgio
cure senza diagnosi
Inserito in origine da 065247 CAMPORESI, LORELLA Condivido in buona parte le vostre preoccupazioni, ma credo anche che una parte del cambiamento dipenda proprio da noi.
Comincio a pensare che sia una lotta senza speranze.
io non credo alle cure miracolose, ma le mappe concettuali, se sono uno strumento di
lavoro tra gli altri, che ci consenta di attuare una metodologia costruttivista (nei
limiti e negli spazi consentiti) possono dare buoni risultati in classe.
Si, ma, come tu giustamente evidenzi, ciò è legato strettamente al contesto educativo
che le supporta. Ciò che temo invece sono mappe preconfezionate fine a se stesse, mutanti
scolastici che hanno perso ogni traccia della teoria educativa che le ha generate e che
già mi sembra di veder propagarsi con efficientissimi meccanismi virali.
Si potrebbe discutere delle mappe e di tante altre belle cose ma credo che, prima di
individuare soluzioni, si dovrebbero mettere a fuoco i problemi enormi della nostra
scuola.
Quello che manca è una diagnosi, di cure, o presunte tali, ce ne sono anche troppe.
Io, che con una laurea in Pedagogia insegno lettere moderne, le uso, nel mio piccolo e con i miei enormi limiti, con un discreto successo.
Complimenti. Perfetto.
Come vedi il tutto non è banalmente riducibile a mappe o a tic sempre e comunque.
Ripeto: sono anch'io piuttosto scettica e piuttosto preoccupata, ma credo non si debba correre il rischio di "gettare il bambino con l'acqua sporca"; se piccole innovazioni possono portare piccoli cambiamenti positivi, perchè rinunciare a tentare facendoci prendere dalla filosofia del 'nihil sub sole novi'?
I tentativi vanno fatti ma solo dopo aver capito bene quali sono i problemi. Agendo
prima si rischia, come troppo spesso accade, di andare nella direzione opposta peggiorando
la situazione.
saluti
giorgio
Re: RIFLETTIAMO MA ...
Inserito in origine da 064661 CACCAMO, ANNA MARIA
Certo dobbiamo riflettere ...
ma intanto diamoci una smossa perchè il mondo va avanti perfino anche senza la scuola
(almeno quella di tipo tradizionale).
La rivoluzione nel sistema della comunicazione è in atto da tempo e noi docenti ancora ci
stiamo riflettendo ...
la rivoluzione è sotto i nostri occhi, dobbiamo solo imparare a gestirla e soprattutto
insegnare (se finalmente ne avremo le competenze) agli alunni a gestire il campo delle
comunicazioni padroneggiandolo ...
Oggi il fenomeno della dispersione scolastica è principalmente dovuto alla perdita di
credibilità della scuola agli occhi dei ragazzi.
Vogliamo ancora che si parli di scuola lontana dalla vita?...
Non basta darsi una smossa. Se non si mettono bene a fuoco i mali della nostra scuola
si rischia di andare nella direzione sbagliata. Come spesso infatti avviene.
Speravo che questo corso potesse aiutare alla comprensione di questi mali ma i problemi
sono stati infarciti da troppe cure e rimangono quindi ben nascosti.
saluti
giorgio