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Forum Percorso B Forum Percorso B > Modulo 3 > Forum disciplinari > Storia e Filosofia > Il laboratorio virtuale di storia > esostoria
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Giorgio Pietrocola
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Messaggi: 474

Post esostoria

Non insegno storia ma sono comunque interessato alle possibilità aperte dalla opportunità di esperire mondi virtuali.
Per chi non ha chiaro di cosa sto parlando dirò che, anche senza computer, facevano esostoria tutti quegli appassionati di boardgames che si riunivano, dopo essersi letti, con somma goduria, corposi volumi di regole, per cercare di far prendere, facendo scelte diverse, nuove pieghe a eventi passati.
La mia impressione è che di questa "disciplina" oggi ne sappiano di più, per esperienza diretta, ragazzini che videogiocano; ma forse mi sbaglio.
Che ne pensate?
Mi piacerebbe leggere di qualche esperienza in proposito.

saluti
Giorgio Pietrocola

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Old Post 18-04-2003 17:54
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Silvia Santoni
Utente registrato

Messaggi: 36

Arrow Didattica, Storia, Informatica

Devo confessare che il primissimo corso di informatica che ho frequentato era in Logo e ricordo che il contenuto era di didattica della storia. Per tutta la mia carriera non ho mai insegnato storia, ma quest'anno il DD mi ha assegnato una terza el. (ambito linguistico) e fra i miei compiti c'è anche l'insegnamento della storia. Con le colleghe abbiamo elaborato un semplice progetto che coinvolge il Museo "di casa nostra" ma che non prevede l'utilizzo delle TIC.
Sono interessata a partecipare a questo lavoro, ma dovrete accontentarvi di un contributo modesto..........

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Old Post 20-04-2003 09:31
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Patrizia Vayola
Utente registrato

Messaggi: 159

Ho letto con molto interesse l'articolo segnalato da Giorgio, il quale certamente offre suggestioni interessanti, anche se mi pare che la fiducia che Parisi ripone del laboratorio di simulazione storica sia eccessiva, dal momento che mi sembra che ci siano troppe variabili da prendere in esame se di vuole creare un modello in qualche modo aderente alla complessità del reale.
Comunque si tratta di esperimenti interessanti ed indubbiamente utili per comprendere alcuni meccanismi del processo storico e per verificare ipotesi.

Diverso, invece, è il discorso per i ragazzi e le loro conoscenze storiche extrascolastiche.
Intanto non passano solo attraverso i videogiochi ma anche mediante i film, i cartoni animati, i fumetti e molti altri media.
Insomma è la nostra cultura e l'intreccio dei media nel suo complesso che certamente fornisce più informazioni di quante non ne avessero i ragazzi anche solo pochi decenni fa.
Il problema è non quanto conoscono ma come conoscono.

Mi spiego: spesso da questo intreccio di informazioni, nessuna delle quali pensata con una precisa finalità conoscitiva, arrivano ai nostri studenti informazioni e interpretazioni sommarie, parziali, distorte (a volte anche intenzionalmente distorte) che non restituiscono una visione unitaria e coerente della storia ma una sorta di puzzle di fatto poco decifrabile.
Questa comunque è una realtà della quale ciascun insegnante deve tenere conto: noi non insegnamo a studenti che sono "tabulae rasae" ma a ragazzi che hanno un patrimonio di conoscenze da far emergere e da ricomprendere alla luce di un approccio sistematico allo studio del passato.
Anzi, spesso bisogna proprio partire da lì, da quello che sanno o che credono di sapere, per fare storia. Non a caso sempre di più si fa riferimento, all'inizio di un percorso didattico, ad un brainstorming iniziale che consenta al docente di fotografare le conoscenze della classe su un determinato argomento, magari strutturandola in una mappa concettuale che poi progressivamente sarà ampliata, modificata, corretta, in base alle conoscenze nuove che saranno introdotte.

Insomma, il compito della scuola diventa sempre di più quello di sistematizzare conoscenze che quello di fornirle ex novo.
Ma le pone però anche un problema di più alto livello: proprio perchè le conoscenze avvengono in modo non sistematico e non trasparente negli obiettivi (mi riferisco ai molteplici usi pubblici della storia che circolano sempre di più nei media), uno dei compiti irrinunciabili della scuola diventa quello di creare consapevolezza critica, per fornire degli strumenti di analisi che mettano in grado i ragazzi di difendersi o per lo meno di diffidare di ricostruzioni troppo schematiche e di interrogarsi sulla loro scientificità.

Detto questo, convengo sul fatto che i giochi di simulazione possono avere una significativa importanza anche nello studio della storia. Segnalo, a questo proposito, un'esperienza on line di Moo, cioè di gioco di simulazione, che ha coinvolto diverse scuole medie italiane.
http://www.tecnologiaeducativa.it/articoli/trincea.htm

Mi sembra che il tema sollevato sia interessante e invito altri colleghi ad intervenire, anche per raccontare le proprie eventuali esperienze in merito.

Patrizia Vayola

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Old Post 20-04-2003 20:00
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Maria Vincenza Matteucci
Utente registrato

Messaggi: 31

Wink

Ho riletto il tuo messaggio diverse volte, perchè non è facile intervenire in un forum (credo sia la prima volta che lo faccio) soprattutto se gli interventi sono molteplici e non si riesce a seguire il tutto. Anche in questo caso si tratta di selezionare... Concordo pienamente con quello che hai scritto, i bambini sanno moltissime cose, ma sono informazioni confuse, il problema è fornirgli gli strumenti per interpretare correttamente e in modo critico... Insegno in una scuola elementare, quest'anno ho una quinta classe, e generalmente ho l'abitudine di analizzare le preconoscenze dei bambini prima di ogni nuovo argomento che ho intenzione di affrontare. Serve moltissimo, soprattutto per rilevare, insieme a loro, in modo che ne siano coscienti, le tematiche sulle quali poi andremo a ricercare informazioni. Solitamente pongo una domanda (relativa a un popolo o a un evento) e chiedo di disegnare ciò che viene loro in mente riguardo all'argomento e scrivere una breve spiegazione del disegno. Poi cataloghiamo le immagini e gli scritti per tematiche analoghe e cerchiamo di costruire una mappa intorno alla domanda iniziale, in modo da avere un percorso base da approfondire con le successive ricerche.
Non so se sono stata esauriente (forse solo per l'inizio del percorso), ma credo che interverrò in seguito (ora sono veramente stanca). L'argomento è interessante.
Saluti
Matteucci M. Vincenza

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Old Post 22-04-2003 22:08
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Patrizia Vayola
Utente registrato

Messaggi: 159

Vero, i forum possono essere anche molto dispersivi, soprattutto se c'è un offerta così ricca e varia come in questa circostanza. Ma vedrai (e parlo per esperienza) che dopo un po' ci si abitua e anzi partecipare diventa un'esperienza significativa di confronto e di relazione.
Trovo molto interessante il tuo approccio tramite il disegno sia perchè sfrutta un linguaggio spesso ingiustamente trascurato dalla scuola sia perchè permette di contettualizzare a livelli forse anche più profondi che attraverso la semplice verbalizzazione.
Aspetto il seguito del tuo discorso sulle fasi successive del lavoro.
Patrizia Vayola

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Old Post 23-04-2003 09:23
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Maria Vincenza Matteucci
Utente registrato

Messaggi: 31

Questo che ti inserisco sotto è il percorso che solitamente seguo E' una scansione delle attività molto schematica (dopo la rilevazione delle preconoscenze), ma possiamo poi approfondire. Porta probabilmente il discorso un po' fuori dal tema iniziale ma non ho esperienze di simulazione storica (forse solo quella in prima classe fatta sulla storia della nostra classe nel primo anno, ma niente di virtuale). Un saluto.
Matteucci M. Vincenza

Scansione delle attività:
-conversazione collettiva (definizione del lavoro: scopo dell’attività, fasi, modalità di approccio…)
-suddivisione in gruppi liberi (3 o 4 bambini per gruppo)
-scelta della civiltà (una per gruppo)
-preparazione di una mappa di ricerca
-localizzazione geografica
-localizzazione temporale complessiva
-scelta del periodo
-stesura di una linea del tempo
-ricerca dei temi sui quali svolgere la ricerca e dei relativi sottotemi
-lettura di testi (monografie, enciclopedie)
-selezione delle informazioni
-lettura di immagini (fotografie, trovate sui testi, di oggetti, interni di tombe, armi…)
-scrittura di testi autonomi (a mano o tramite computer): un testo per ogni tema
-preparazione di disegni e/o scelta delle immagini (illustrazioni varie relative a quanto scritto)
-predisposizione del poster
-costruzione di mappe riassuntive delle informazioni relative alla civiltà (uso di software specifico: Inspiration)
-confronto tra i gruppi per rilevare differenze e somiglianze tra le varie civiltà
-stesura di tabelle di confronto
-inserimento di tutti i dati nel computer (uso di scanner, macchina fotografica digitale, software per grafica e scrittura)
-stesura di un opuscolo su ogni civiltà (i libretti sono stati “venduti” alla festa finale della scuola)
-esposizione orale dei vari gruppi alla classe
-localizzazione geografica e temporale delle civiltà studiate nel corso dell’anno scolastico su un unico cartellone
-conversazione collettiva (confronto relativo ai dati temporali e geografici)
-relazione scritta dei gruppi (resoconto del lavoro svolto)
-somministrazione ai bambini di prove di verifica e di un questionario di gradimento del percorso

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Old Post 23-04-2003 20:50
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Giorgio Pietrocola
Utente registrato

Messaggi: 474

simulazioni

quote:
Inserito in origine da 501073 VAYOLA, PATRIZIA
Ho letto con molto interesse l'articolo segnalato da Giorgio, il quale certamente offre suggestioni interessanti, anche se mi pare che la fiducia che Parisi ripone del laboratorio di simulazione storica sia eccessiva, dal momento che mi sembra che ci siano troppe variabili da prendere in esame se di vuole creare un modello in qualche modo aderente alla complessità del reale.


Mi fa piacere che tu lo abbia trovato interessante.
Segnalo anche il libro sull'argomento
http://www.romacivica.net/botticel/bibliografia/scuolait.htm
Quanto al numero delle variabili il discorso mi sembra più generale. La mia opinione è che i modelli ma anche le teorie (storiche e no) non siano la realtà ma solo approssimazioni utili . Essere più semplici della realtà è un limite ma anche un vantaggio basti pensare a quanto sarebbe inutile una mappa troppo simile al territorio che rappresenta. Ciò non toglie che teorie e modelli possano essere dotati di un loro potere esplicativo. L'importante è che possano competere tra simili per approssimazioni sempre migliori senza mai essere presi per verità assolute.
Se poi vogliamo parlare della complessità del reale direi che crollato il determinismo ottocentesco, con la meccanica quantistica e la teoria del caos, i sistemi complessi ed il relativo effetto farfalla non c'è più molto spazio per le pretese di determinismo assoluto di un certo storicismo.

quote:
Comunque si tratta di esperimenti interessanti ed indubbiamente utili per comprendere alcuni meccanismi del processo storico e per verificare ipotesi.
Infatti.
quote:
Diverso, invece, è il discorso per i ragazzi e le loro conoscenze storiche extrascolastiche.
Intanto non passano solo attraverso i videogiochi ma anche mediante i film, i cartoni animati, i fumetti e molti altri media.
Insomma è la nostra cultura e l'intreccio dei media nel suo complesso che certamente fornisce più informazioni di quante non ne avessero i ragazzi anche solo pochi decenni fa.

Si, ma si deve tener presente che la simulazione di un videogioco permette di apprendere dall'esperienza in modo attivo e molto più significativo.

<cut>
Taglio la parte con cui sono sostanzialmente d'accordo.
quote:
Detto questo, convengo sul fatto che i giochi di simulazione possono avere una significativa importanza anche nello studio della storia. Segnalo, a questo proposito, un'esperienza on line di Moo, cioè di gioco di simulazione, che ha coinvolto diverse scuole medie italiane.
http://www.tecnologiaeducativa.it/articoli/trincea.htm
Grazie della segnalazione. Davvero molto interessante.
Non ho ancora esperienza diretta dei Moo, di questi coinvolgenti giochi di ruolo virtuali ma da quel che ho letto da Sherry Turkle in Vita sullo schermo direi che sono qualcosa da considerare con molta attenzione.

Complimenti per il tuo ruolo attivo nella conduzione di questo forum

ciao
giorgio

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Old Post 23-04-2003 23:15
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Patrizia Vayola
Utente registrato

Messaggi: 159


Ringrazio Giorgio per le sue precisazioni. Solo una notazione en passant: concordo sul fatto che la complessità non può essere ridotta a determinismo, proprio per questo credo che la simulazione, che prevede relazioni fisse tra un certo numero di variabili, possa essere utile per verificare certe macro-ipotesi storiografiche ma che non possa sostituire il lavoro interpretativo dello storico.

Sull'imparare facendo, tipico dei videogiochi, sono d'accordo e penso che sia metodologicamente uno degli approcci più significativi (fate salve le precisazioni che facevo sopra sulla necessità di governare questo processo fornendo gli strumenti critici per valutare la qualità della ricostruzione storica proposta dal gioco).
Secondo una analisi sulle pratiche didattiche (la fonte è sempre Parisi, APPRENDIMENTO E NUOVE STRATEGIE EDUCATIVE. Unicolpi 2000) circa il 90% dell'attività didattica è basata sulla parola (lezioni e libri) e solo il 10% sul fare il che, di fatto, rende la scuola fortemente estranea alle esperienze extrascolastiche degli studenti e sempre meno stimolante. Parisi stesso consigliava di arrivare ad una proporzione di 50/50, in modo da coniugare l'appropriazione dell'universo simbolico della parola con le potenzialità cognitive e metacognitive dello sperimentare attivamente.

In questo senso, per quanto riguarda la storia, si collocano le esperienze di laboratorio di storia, ovvero la possibilità di sperimentare, a partire da un problema, le metodologie di ricostruzione storica che permettono di dare ad esso una risposta argomentata, ricercando, analizzando e interpretando direttamente le fonti e confrontandosi con le ricostruzioni degli storici.

Questo ci riporta al tema di questo forum: perchè gli studenti facciano di queste esperienze è necessario, da parte dei docenti un lavoro preparatorio di individuazione e selezione delle fonti e di costruzione di una strategia didattica adeguata e adatta all'ordine di studi del ragazzo.
Questo è il lavoro (di raccolta di materiali e di confronto metodologico) che vorremmo portare avanti in questo forum.
In questo senso mi sembra molto interessante il lavoro proposto da Maria Vincenza che, appunto, sostituisce, all'apprendimento manualistico, pratiche più attive di ricerca e di ricostruzione attiva del passato.
Ma su questo mi riprometto di tornare in un prossimo intervento.

Patrizia Vayola

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Old Post 24-04-2003 10:13
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Patrizia Vayola
Utente registrato

Messaggi: 159

laboratorio di storia alle elementari

Riprendo finalmente il discorso relativo all'intervento di Maria Vincenza, scusandomi per l'involontario ritardo.
La collega ci ha illustrato il suo interessante modo di procedere nella didattica della storia alle elementari profilando il percorso che ha sviluppato in classe e che è molto interessante.
Direi che i punti di forza sono:
1) il partire dai prerequisiti impliciti degli studenti
2) l'organizzare insieme a loro le fasi della ricerca
3) la definizione delle coordinate geo-temporali
4) l'utilizzo, nel corso di tutto il lavoro, di linguaggi diversi e quindi adatti a differenti stili cognitivi
5) i diversi esiti finali del lavoro (mappe, tabelle, testi scritti, confronti orali)
Si tratta di un lavoro ben articolato che rende gli studenti attivi nella costruzione delle loro conoscenze.

Vorrei che Maria Vincenza ci chiarisse ancora che ruolo gioca, nel suo lavoro, la selezione e l'interrogazione di fonti e quanto di avvale invece di testi o cd divulgativi.
Credo infatti che sia importante, fin dai primi anni di scuola, abituare gli studenti a confrontarsi direttamente con le fonti o quanto meno a comprendere cosa si intenda per tracce e fonti per lo studio del passato.

Lancerei a Maria Vincenza e a tutti gli insegnanti delle elementari interessati la proposta di costruire insieme un percorso didattico da utilizzare per il prossimo anno scolastico.
Si potrebbe scegliere collettivamente il/i tema/i e provare a raccogliere insieme materiali e a definire la metodologia, ragionando ovviamente anche sugli eventuali apporti delle TIC a questo percorso (ma già sperimentare le possibilità del lavoro collaborativo in rete è imparare ad utilizzare uno degli aspetti più significativi delle nuove tecnologie).

Infine chiederei a Maria Vincenza se ha la possibilità di farci vedere la versione digitale del libro che ha costituito l'esito finale del lavoro.
Se non è troppo "pesante" potrebbe allegarlo qui nel forum, altrimenti può spedirlo al mio indirizzo di posta (patrizia.vayola@email.it ) e provvederò io a renderlo visibile su Bibliolab (http://www.bibliolab.it/ ).
Credo infatti che uno degli utilizzi significativi di questo forum possa anche essere la socializzazione di prodotti didattici interessanti che di solito rimangono nei "cassetti" degli insegnanti e che invece sarebbe utile diffondere.

Patrizia Vayola

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Old Post 26-04-2003 23:12
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Maria Vincenza Matteucci
Utente registrato

Messaggi: 31

Mi prendo un po' di tempo per sistemare i materiali (e ricercarli anche) e credo di poter inserire stasera almeno una specie di presentazione (in formato web) del mio lavoro che ho utilizzato lo scorso anno in una manifestazione che si è tenuta qui (Livorno) relativa a didattica e multimedialità. Ho moltissime altre cose (perchè documento sempre tutto) ma il problema è trovare il tempo di organizzare i materiali in modo coerente. Comunque vedrò di inserire i libretti se non sono file troppo grossi (non li ho mai spediti per posta).
La tua proposta di programmare un percorso è interessantissima.
un saluto
Matteucci M. Vincenza

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Old Post 27-04-2003 10:14
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Maria Vincenza Matteucci
Utente registrato

Messaggi: 31

L'unico modo che ho trovato per alleggerire questo file è la conversione in Acrobat (per vederlo come sito web da strumenti: cattura web - apri pagina nel broser web). Speriamo bene (in caso contrario te lo spedisco per posta).
E' una presentazione generale del percorso con tre esempi. Avviso però che il primo prodotto a cui si fa riferimento è già in giro, perchè rappresenta una delle prime applicazioni documentate del percorso di storia che fa riferimento alla tesi della didattica della storia dell'Associazione Clio'92 (alla quale sono "associata").
per quanto riguarda l'suo di fonti e/o testi uso entrambi, privilegiando i testi monografici sulle civiltà e la lettura delle immagini (generalmente reperite su siti internet perchè spesso sui testi ci sono rappresentazioni del passato disegnate). La ricerca sui siti è guidata, sono io che scelgo e seleziono i siti da far visionare ai bambini. Poi però sono loro che scelgono le immagini che si collegano ai testi che loro riscrivono (anche le fotografie di solito le rappresentano con disegni).
Un saluto
Vincenza

Questo era il messaggio ma non è possibile allegare il file: troppo grosso anche con acrobat e winzip. Provo a spedirtelo via mail

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Old Post 27-04-2003 17:43
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Silvana Strazzera
Utente registrato

Messaggi: 18

Re: laboratorio di storia alle elementari

[QUOTE]Inserito in origine da 501073 VAYOLA, PATRIZIA


Lancerei a Maria Vincenza e a tutti gli insegnanti delle elementari interessati la proposta di costruire insieme un percorso didattico da utilizzare per il prossimo anno scolastico.
Si potrebbe scegliere collettivamente il/i tema/i e provare a raccogliere insieme materiali e a definire la metodologia, ragionando ovviamente anche sugli eventuali apporti delle TIC a questo percorso (ma già sperimentare le possibilità del lavoro collaborativo in rete è imparare ad utilizzare uno degli aspetti più significativi delle nuove tecnologie).

Sono un'insegnante di storia, opero in una classe IV elementare e sono molto interessata alla proposta di Patrizia Vayola, anche perchè mi riconosco abbastanza in una metodologia didattica che implica l'uso delle NT e soprattutto di Internet nell'insegnamento della storia ( spesso preferisco utilizzare gli ipertesti prodotti dalle scuole anzichè il libro di testo). Nonostante il tempo limitatissimo, mi piacerebbe partecipare all'esperienza collaborativa. A risentirci, Silvana Strazzera

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Old Post 28-04-2003 01:12
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Raffaella Giuseppi Libutti
Utente registrato

Messaggi: 14

Thumbs up re. laboratorio di storia alle elementari

Insegno storia in prima e in seconda elementare .Sono molto interessata alla proposta di costruire insieme un percorso didattico da utilizzare per il prossimo anno scolastico.Non ho esperienze di simulazione storica, ma spero di dare comunque un contributo. Mi piacerebbe conoscere esperienze e visionare ipertesti costruiti dalle scuole.

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Old Post 29-04-2003 18:21
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Vittoria Nicolo'
vittor@katamail.com

Messaggi: 49

Thumbs up re. laboratorio di storia alle elementari... e alle superiori

L'idea è bellissima. Perché non adottarla anche in un Istituto Professionale? C'è qualcuno interessato?
ciao a tutti
vittoria

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Old Post 29-04-2003 22:41
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Patrizia Vayola
Utente registrato

Messaggi: 159

Smile detto ... fatto

Cara Vittoria,
ho aperto un thread apposito per lanciare la proposta di lavoro collaborativo per la progettazione di un percorso didattico per gli istituti professionali.
Ti invito pertanto a rinnovare lì il tuo invito.
Se hai già in mente qualche idea, proponi pure.

Patrizia Vayola

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Old Post 30-04-2003 00:12
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Elena Fazi
Utente registrato

Messaggi: 28

Re: simulazioni

quote:
Inserito in origine da 091804 PIETROCOLA, GIORGIO
Mi fa piacere che tu lo abbia trovato interessante.
Segnalo anche il libro sull'argomento
http://www.romacivica.net/botticel/bibliografia/scuolait.htm
Quanto al numero delle variabili il discorso mi sembra più generale. La mia opinione è che i modelli ma anche le teorie (storiche e no) non siano la realtà ma solo approssimazioni utili . Essere più semplici della realtà è un limite ma anche un vantaggio basti pensare a quanto sarebbe inutile una mappa troppo simile al territorio che rappresenta. Ciò non toglie che teorie e modelli possano essere dotati di un loro potere esplicativo. L'importante è che possano competere tra simili per approssimazioni sempre migliori senza mai essere presi per verità assolute.
Se poi vogliamo parlare della complessità del reale direi che crollato il determinismo ottocentesco, con la meccanica quantistica e la teoria del caos, i sistemi complessi ed il relativo effetto farfalla non c'è più molto spazio per le pretese di determinismo assoluto di un certo storicismo.

Infatti.

Si, ma si deve tener presente che la simulazione di un videogioco permette di apprendere dall'esperienza in modo attivo e molto più significativo.

<cut>
Taglio la parte con cui sono sostanzialmente d'accordo.
Grazie della segnalazione. Davvero molto interessante.
Non ho ancora esperienza diretta dei Moo, di questi coinvolgenti giochi di ruolo virtuali ma da quel che ho letto da Sherry Turkle in Vita sullo schermo direi che sono qualcosa da considerare con molta attenzione.

Complimenti per il tuo ruolo attivo nella conduzione di questo forum

ciao
giorgio



conosco l'articolo di Parisi e ho letto scuol@it, devo dire che molte osservazioni sull'insegnamento e sui testi della storia ,svolte da Parisi, mi sembrano molto datate.Quale docente e autore di storia si comporta più come descritto lì?!
Quanto all'esostoria ,non virtuale, già molti testi danno da tempo un'immagine ampia degli eventi nel tempo e nello spazio, ma Parisi non li cita, forse perché si limita ad esaminare i sussidiari?
Quanto all'esostoria virtuale mi intriga molto , mi piacerebbe sapere se tu hai notizie e/o materiali di esperienze in questo campo praticate a scuola coi ragazzi.Insegno lettere alle medie inferiori, ma se hai esperienze delle superiori mi interessano comunque. Grazie

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Old Post 03-05-2003 17:51
 Elena Fazi è offline Clicca qui per vedere il profilo di  Elena Fazi Cerca altri messaggi di  Elena Fazi Modifica/cancella messaggio Rispondi con citazione
Elena Fazi
Utente registrato

Messaggi: 28

Re: Didattica, Storia, Informatica

quote:
Inserito in origine da 104212 SANTONI, SILVIA
Devo confessare che il primissimo corso di informatica che ho frequentato era in Logo e ricordo che il contenuto era di didattica della storia. Per tutta la mia carriera non ho mai insegnato storia, ma quest'anno il DD mi ha assegnato una terza el. (ambito linguistico) e fra i miei compiti c'è anche l'insegnamento della storia. Con le colleghe abbiamo elaborato un semplice progetto che coinvolge il Museo "di casa nostra" ma che non prevede l'utilizzo delle TIC.
Sono interessata a partecipare a questo lavoro, ma dovrete accontentarvi di un contributo modesto..........



Insegno storia alle medie inferiori e confesso che vorrei molto conoscere come utilizzare Logo in questo ambito, finora l'ho sempre visto utilizzato solo per geometria.Puoi farmi sapere qualcosa? Grazie

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Old Post 03-05-2003 17:53
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Angela Di Giammarino
Utente registrato

Messaggi: 82

[QUOTE]Inserito in origine da 167004 MATTEUCCI, MARIA VINCENZA
[B]Questo che ti inserisco sotto è il percorso che solitamente seguo E' una scansione delle attività molto schematica (dopo la rilevazione delle preconoscenze), ma possiamo poi approfondire.

Complimenti, è proprio un bel lavoro!
Insegno in due classi quarte e ritengo sia molto utile che i bambini lavorino in gruppo e soprattutto che producano e confrontino il proprio materiale con quello degli altri.
Certo, per arrivare ad un tale livello di autonomia bisogna lavorare in questo senso dalla classe prima.
Ho pubblicato il mio metodo sul forum; anch'io cerco di svolgere un lavoro ad ampio spettro, per dare consapevolezza ai ragazzi su ciò che stanno studiando.

Solo dopo potranno entrare in un gioco di simulazione, dopo aver ben compreso le regole di quell'epoca e quella civiltà.
A quanto pare, chi gioca prima di studiare, ha un approccio molto visivo e legato ai rumori, più che ai veri contenuti del gioco stesso!

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Old Post 03-05-2003 22:41
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Giorgio Pietrocola
Utente registrato

Messaggi: 474

libri ed esostoria

quote:
Inserito in origine da 115362 FAZI, ELENA
conosco l'articolo di Parisi e ho letto scuol@it, devo dire che molte osservazioni sull'insegnamento e sui testi della storia ,svolte da Parisi, mi sembrano molto datate.Quale docente e autore di storia si comporta più come descritto lì?!
Potresti essere, anche a beneficio di chi non ha letto il libro, più precisa citando i punti a cui ti riferisci? come ho chiarito nel mio intervento iniziale non sono un insegnante di storia ma, pur avendo letto il libro, non riesco a capire bene quello che dici. Considera che il libro è del duemila e mi sembra improbabile che in questo breve arco di tempo ci sia stata un evoluzione generale nel modo di far storia.
quote:
Quanto all'esostoria ,non virtuale, già molti testi danno da tempo un'immagine ampia degli eventi nel tempo e nello spazio, ma Parisi non li cita, forse perché si limita ad esaminare i sussidiari?
Le immagini che possono dare i libri non c'entrano. Per quanto buoni sempre libri restano. L'esostoria consiste nel fare esperienza diretta di storia o meglio di situazioni semplificate ma per molti aspetti analoghe a quelle che si sono realmente presentate in passato. Esplora, permettendo di esperirlo, lo spazio delle possibilità. Il libro non mi sembra che sia una tecnologia adatta per cose del genere.
quote:
Quanto all'esostoria virtuale mi intriga molto , mi piacerebbe sapere se tu hai notizie e/o materiali di esperienze in questo campo praticate a scuola coi ragazzi.
Non mi sembra che l'esostoria si presti ad essere suddivisa in reale e virtuale.
quote:
Insegno lettere alle medie inferiori, ma se hai esperienze delle superiori mi interessano comunque. Grazie
mi dispiace ma è proprio quello che ho chiesto anch'io nel post con cui ho aperto il mio thread. I miei colleghi che (alle superiori) insegnano storia non conoscono nè esostoria nè il libro di Parisi. Proprio per questo, visto che tu lo hai letto e sei, mi sembra, addetta ai lavori, sono interessato a leggere del tuo punto di vista.

ciao
giorgio

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Old Post 05-05-2003 13:52
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Giorgio Pietrocola
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sul Logo

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Inserito in origine da 115362 FAZI, ELENA
Insegno storia alle medie inferiori e confesso che vorrei molto conoscere come utilizzare Logo in questo ambito, finora l'ho sempre visto utilizzato solo per geometria.
Scusate l'intromissione con un intervento che qui a qualcuno potrebbe sembrare un po' OT (fuori tema). Solo una puntualizzazione da cultore del logo e delle idee pedagogiche che dovrebbero supportarlo.

Il Logo non è qualcosa per insegnare. Il Logo è, soprattutto, un'esperienza di apprendimento. E'qui il suo valore.
Il logo, quindi, non si presta molto ad essere rinchiuso in ambiti disciplinari per quanto la scuola prema in questo senso.
Certo l'ambiente geometrico in cui si muove la tartaruga da molto nell'occhio e coinvolge un mondo matematico che può essere approfondito a tutti i livelli ma non lo caratterizza in senso disciplinare più di quanto la storia sia caratterizzata dall'ambiente 3D e dalle particolarità topologiche che ne costituiscono lo scenario.

saluti
giorgio

Ultima modifica di 091804 PIETROCOLA, GIORGIO il 05-05-2003 alle 23:32

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Old Post 05-05-2003 23:27
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