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Rosa Roberto
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Messaggi: 26

Ho letto, seppure con ritardo ( involontario) tutti i contributi al messaggio iniziale di Giorgio e mi sono resa conto di quanto sia stato stimolante l'aver posto al centro della discussione la questione della simulazione al computer intesa come laboratorio sperimentale simulato in cui è possibile sottoporre a verifica ipotesi che hanno per oggetto un percorso storico.
Vorrei dare un contributo sul versante delle scienze della natura, parlando del programma di ricerca "alife" (artificial life).
Si tratta di un sistema nell'ambito del quale ogni componente (ogni unità di simulazione)ha la possibilità di scegliere il proprio comportamento in relazione agli altri agenti e può modificare le proprie caratteristiche e i propri comportamenti per adeguarsi all'ambiente.
Questa particolare architettura è supportata per quanto riguarda il suo funzionamento da una particolare famiglia di algoritmi il cui principio di funzionamento è derivato direttamente dall'osservazione dei meccanismi di mutazione genetica degli organismi biologici naturali e cerca di simularlo.

Per un approfondimento del programma si può vedere AAAS.DAEDALUS: Special Issue on artificial intelligence, AAAS, Canton, Mass., Winter, 1988 oppure D. PARISI, Intervista sulle reti neurali, Il mMulino, Bologna,1989.
Su internet: Daniel Ashlock "Optimizationand Modelingwith artificial life"

A presto
Rosa Roberto

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Old Post 06-05-2003 19:42
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Renata Comparini
Utente registrato

Messaggi: 6

quote:
Inserito in origine da 501073 VAYOLA, PATRIZIA
Ho letto con molto interesse l'articolo segnalato da Giorgio, il quale certamente offre suggestioni interessanti, anche se mi pare che la fiducia che Parisi ripone del laboratorio di simulazione storica sia eccessiva, dal momento che mi sembra che ci siano troppe variabili da prendere in esame se di vuole creare un modello in qualche modo aderente alla complessità del reale.
Comunque si tratta di esperimenti interessanti ed indubbiamente utili per comprendere alcuni meccanismi del processo storico e per verificare ipotesi.

Diverso, invece, è il discorso per i ragazzi e le loro conoscenze storiche extrascolastiche.
Intanto non passano solo attraverso i videogiochi ma anche mediante i film, i cartoni animati, i fumetti e molti altri media.
Insomma è la nostra cultura e l'intreccio dei media nel suo complesso che certamente fornisce più informazioni di quante non ne avessero i ragazzi anche solo pochi decenni fa.
Il problema è non quanto conoscono ma come conoscono.

Mi spiego: spesso da questo intreccio di informazioni, nessuna delle quali pensata con una precisa finalità conoscitiva, arrivano ai nostri studenti informazioni e interpretazioni sommarie, parziali, distorte (a volte anche intenzionalmente distorte) che non restituiscono una visione unitaria e coerente della storia ma una sorta di puzzle di fatto poco decifrabile.
Questa comunque è una realtà della quale ciascun insegnante deve tenere conto: noi non insegnamo a studenti che sono "tabulae rasae" ma a ragazzi che hanno un patrimonio di conoscenze da far emergere e da ricomprendere alla luce di un approccio sistematico allo studio del passato.
Anzi, spesso bisogna proprio partire da lì, da quello che sanno o che credono di sapere, per fare storia. Non a caso sempre di più si fa riferimento, all'inizio di un percorso didattico, ad un brainstorming iniziale che consenta al docente di fotografare le conoscenze della classe su un determinato argomento, magari strutturandola in una mappa concettuale che poi progressivamente sarà ampliata, modificata, corretta, in base alle conoscenze nuove che saranno introdotte.

Insomma, il compito della scuola diventa sempre di più quello di sistematizzare conoscenze che quello di fornirle ex novo.
Ma le pone però anche un problema di più alto livello: proprio perchè le conoscenze avvengono in modo non sistematico e non trasparente negli obiettivi (mi riferisco ai molteplici usi pubblici della storia che circolano sempre di più nei media), uno dei compiti irrinunciabili della scuola diventa quello di creare consapevolezza critica, per fornire degli strumenti di analisi che mettano in grado i ragazzi di difendersi o per lo meno di diffidare di ricostruzioni troppo schematiche e di interrogarsi sulla loro scientificità.

Detto questo, convengo sul fatto che i giochi di simulazione possono avere una significativa importanza anche nello studio della storia. Segnalo, a questo proposito, un'esperienza on line di Moo, cioè di gioco di simulazione, che ha coinvolto diverse scuole medie italiane.
http://www.tecnologiaeducativa.it/articoli/trincea.htm

Mi sembra che il tema sollevato sia interessante e invito altri colleghi ad intervenire, anche per raccontare le proprie eventuali esperienze in merito.

Patrizia Vayola


Sono sempre stata convinta di ciò che tu affermi per quanto concerne il senso dello studiare storia fin dalla scuola elementare. La questione è il metodo più che il /i contenuto/i. Attualmente sono distaccata su un progetto di storia della didattica che riguarda particolarmente la mia scuola. (Vivo e lavoro a Latina, città di fondazione e la scuola nasce con la città). Ho prodotto con il gruppo di ricerca due volume e un folder di fotografie del nostro archivio, accompagnate da didascalie che le contestualizzano e ne danno un'interpretazione storica. Questo materiale potrà essere utilizzato dagli studenti per una storia della scuola del '900 (il periodo studiato è compreso tra il 1932 e il 1955).
A proposito di metodo ho sempre utilizzato la metodologia della ricerca, limitando il campo d'indagine e facendo scaturire il problema e la conseguente ipotesi di risposta da una fiaba o un mito, un film, un testo narrativo o un'opera d'arte, a seconda dell'età degli alunni. Passo poi alla formulazione del percorso, cercando i collegamenti con tutte le espressioni umane del periodo o dell'evento analizzato: arte, musica, letteratura, costume. Preparo i documenti da far analizzare. All'attività di analisi del documento, non solo scritto, dedico sempre molto tempo. Il passo seguente è la visita sul campo ove possibile e l'elaborazione di una narrazione storica. L'immagine, fotografica o iconica, viene usata come approfondimento e/o verifica e come mezzo alternativo alla narrazione. Mi scuso per la lunghezza dell'intervento.

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Old Post 09-05-2003 15:26
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Silvia Santoni
Utente registrato

Messaggi: 36

Per Elena Fazi

In questo stesso forum c'è in atto la discussione per la formulazione di un percorso didattico di storia per la scuola elementare. Ho già allegato un file che contiene un vecchio progetto di "storia-informatica" che utilizzava LOGO per la costruzione di carte, relative alla distribuzione della popolazione nel nostro territorio in vari periodi. Non appena avrò del tempo cercherò di spiegare praticamente il lavoro e di allegare esempi pratici. Non posso infatti servirmi del lavoro fatto a suo tempo dai ragazzi perchè usavamo macchine ormai antiquate (Texas Instrument) che utilizzavano metodi di salvataggio ormai in disuso... ma un LOGO molto bello!

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Old Post 09-05-2003 21:30
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Patrizia Vayola
Utente registrato

Messaggi: 159

Per Renata e per Elena

Carissime,

i vostri lavori sono indubbiamente interessanti e sarebbe veramente utile condividerli.
Aspettiamo vostro materiale.
Se avete problemi di "peso" dei file, mandateli pure al mio indirizzo di posta (patrizia.vayola@email.it ), penserò io a renderli accessibili.
A presto,
Patrizia Vayola

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Old Post 09-05-2003 22:59
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