Renata Comparini Utente
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Inserito in origine da 501073 VAYOLA, PATRIZIA
Ho letto con molto interesse l'articolo segnalato
da Giorgio, il quale certamente offre suggestioni
interessanti, anche se mi pare che la fiducia che Parisi
ripone del laboratorio di simulazione storica sia eccessiva,
dal momento che mi sembra che ci siano troppe variabili da
prendere in esame se di vuole creare un modello in qualche
modo aderente alla complessità del reale. Comunque si
tratta di esperimenti interessanti ed indubbiamente utili
per comprendere alcuni meccanismi del processo storico e per
verificare ipotesi.
Diverso, invece, è il discorso
per i ragazzi e le loro conoscenze storiche
extrascolastiche. Intanto non passano solo attraverso i
videogiochi ma anche mediante i film, i cartoni animati, i
fumetti e molti altri media. Insomma è la nostra cultura
e l'intreccio dei media nel suo complesso che certamente
fornisce più informazioni di quante non ne avessero i
ragazzi anche solo pochi decenni fa. Il problema è non
quanto conoscono ma come conoscono.
Mi
spiego: spesso da questo intreccio di informazioni, nessuna
delle quali pensata con una precisa finalità conoscitiva,
arrivano ai nostri studenti informazioni e interpretazioni
sommarie, parziali, distorte (a volte anche intenzionalmente
distorte) che non restituiscono una visione unitaria e
coerente della storia ma una sorta di puzzle di fatto poco
decifrabile. Questa comunque è una realtà della quale
ciascun insegnante deve tenere conto: noi non insegnamo a
studenti che sono "tabulae rasae" ma a ragazzi che hanno un
patrimonio di conoscenze da far emergere e da ricomprendere
alla luce di un approccio sistematico allo studio del
passato. Anzi, spesso bisogna proprio partire da lì, da
quello che sanno o che credono di sapere, per fare storia.
Non a caso sempre di più si fa riferimento, all'inizio di un
percorso didattico, ad un brainstorming iniziale che
consenta al docente di fotografare le conoscenze della
classe su un determinato argomento, magari strutturandola in
una mappa concettuale che poi progressivamente sarà
ampliata, modificata, corretta, in base alle conoscenze
nuove che saranno introdotte.
Insomma, il compito
della scuola diventa sempre di più quello di sistematizzare
conoscenze che quello di fornirle ex novo. Ma le pone
però anche un problema di più alto livello: proprio perchè
le conoscenze avvengono in modo non sistematico e non
trasparente negli obiettivi (mi riferisco ai molteplici usi
pubblici della storia che circolano sempre di più nei
media), uno dei compiti irrinunciabili della scuola diventa
quello di creare consapevolezza critica, per fornire degli
strumenti di analisi che mettano in grado i ragazzi di
difendersi o per lo meno di diffidare di ricostruzioni
troppo schematiche e di interrogarsi sulla loro
scientificità.
Detto questo, convengo sul fatto che i
giochi di simulazione possono avere una significativa
importanza anche nello studio della storia. Segnalo, a
questo proposito, un'esperienza on line di Moo, cioè di
gioco di simulazione, che ha coinvolto diverse scuole medie
italiane. http://www.tecnologiaeducativa.it/articoli/trincea.htm
Mi sembra che il tema sollevato sia interessante e
invito altri colleghi ad intervenire, anche per raccontare
le proprie eventuali esperienze in merito.
Patrizia Vayola
Sono sempre stata convinta di ciò che tu
affermi per quanto concerne il senso dello studiare storia fin
dalla scuola elementare. La questione è il metodo più che il
/i contenuto/i. Attualmente sono distaccata su un progetto di
storia della didattica che riguarda particolarmente la mia
scuola. (Vivo e lavoro a Latina, città di fondazione e la
scuola nasce con la città). Ho prodotto con il gruppo di
ricerca due volume e un folder di fotografie del nostro
archivio, accompagnate da didascalie che le contestualizzano e
ne danno un'interpretazione storica. Questo materiale potrà
essere utilizzato dagli studenti per una storia della scuola
del '900 (il periodo studiato è compreso tra il 1932 e il
1955). A proposito di metodo ho sempre utilizzato la
metodologia della ricerca, limitando il campo d'indagine e
facendo scaturire il problema e la conseguente ipotesi di
risposta da una fiaba o un mito, un film, un testo narrativo o
un'opera d'arte, a seconda dell'età degli alunni. Passo poi
alla formulazione del percorso, cercando i collegamenti con
tutte le espressioni umane del periodo o dell'evento
analizzato: arte, musica, letteratura, costume. Preparo i
documenti da far analizzare. All'attività di analisi del
documento, non solo scritto, dedico sempre molto tempo. Il
passo seguente è la visita sul campo ove possibile e
l'elaborazione di una narrazione storica. L'immagine,
fotografica o iconica, viene usata come approfondimento e/o
verifica e come mezzo alternativo alla narrazione. Mi scuso
per la lunghezza dell'intervento.
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