Marco Guastavigna Utente
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Inserito in origine da 501134 DEMAGISTRIS, ANDREA
Dal mio punto di vista non c'è confusione tra
informatica in senso stretto (gli algoritmi che permettono
il funzionamento dei sistemi operativi) e uso di applicativi
(software e sistemi operativi), si tratta di due livelli di
comprensione situati su piani differenti, anche se non credo
sia giusto parlare di familiarizzazione per un caso e di
alfabetizzazione per l'altro, in quanto sono parti di un
unico insieme.
Il problema è, e rimane, il grado di
profondità che vogliamo raggiungere con l'alfabetizzazione
informatica (computer literacy) per ottenere un uso
consapevole del mezzo. Conoscere le nozioni base per
navigare in rete è sufficiente a garantire un apprendimento
significativo o contribuisce a instaurare uno stato di
narcosi (cfr. McLuhan, Gli strumenti del comunicare)
nell'utente, dovuto alla mancanza di una assunzione critica
nell'uso delle sue estensioni tecnologiche?
Ad
esempio si possono costruire siti senza conoscere il codice
sorgente semplicemente usando programmi HTML editor.
Questi programmi normalmente permettono la creazione di
pagine partendo da modelli predefiniti e da opzioni standard
dei comandi. Ma chi, senza sapere il linguaggio di
descrizione HTML, voglia rendere flessibile le soluzioni
proposte si trova di fronte a molte difficoltà. Per
realizzare prodotti originali è necessario infatti conoscere
alcune di quelle operazioni e di quei comandi che regolano
le sequenze di descrizione dei protocolli http e html. In
questo caso fare un primo passo oltre la simulazione (è un
primo velo che si toglie alla macchina anche se molti altri
restano), imparando un linguaggio con cui dialogare quasi
direttamente con il computer, permette un uso più
consapevole della tecnologia.
A
presto,
a.d.
Che cosa ne pensate?
Non sono d'accordo. Non mi interessa
l'alfabetizzazione informatica, che è. come dicono già altri
colleghi, un'analogia del tutto fuorviante. Mi interessa
un uso consapevole delle potenzialità delle TIC per ragioni di
cittadinanza, culturali e personali, intrattenimento compreso.
E a questo scopo non mi interessa per nulla sapere come le TIC
funzionano "dentro", finché "funzionano" per i miei scopi:
questa prospettiva può anzi essere fuorviante. Navigare su
internet senza scopo può certo creare torpore cognitivo, ma il
compito della scuola non è spiegare la profondità tecnica del
mezzo, ma dare compiti di navigazione significativi. E così
via.
A me piace la prospettiva di lettura ergonomica
del rapporto con le tecnologie, e quindi Norman (Le cose che
ci fanno intelligenti, Il computer invisibile e altri scritti
vari), così come le teorie sull'usabilità di
Nielsen.
Saluti
__________________ Marco
Guastavigna mguasta@tin.it www.noiosito.it 3396894536
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modifica di 151718 GUASTAVIGNA, MARCO il 19-12-2003 alle
07:30
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