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Formazione tecnologica - Percorso B
Forum Percorso B Forum Percorso B > Modulo 6 > Valutazione e TIC > insegnati e ipermedia
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Giorgio Pietrocola
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confusione,confusione,confusione

come già detto prima di rispondere alle questioni emerse ripropongo alcuni miei interventi in tema.
Ecco un mio piccolo sfogo sul tema della confusione imperante:
da Modulo 3 > Forum disciplinari > Tecnologia > TIC: tecnologia e informatica > Chi Insegna La Mia Disciplina?>Re: DOCENTI DI INFORMATICA CERCASI

quote:
quote:
Inserito in origine da 114292 DI NOI, MARIA GRAZIA
A MIO PARERE C'E' MOLTA CONFUSIONE E IMPROVVISAZIONE, COME DEL RESTO TUTTO CIO' CHE CI RIGUARDA......
Sono d'accordo.
C'è tanta confusione ed improvvisazione.


Tanta che non si è ancora capito che saper usare quattro applicativi
non è informatica.

Tanta che non si è ancora capito che navigare su sistemi progettati per cliccare ed esplorare
non è informatica.

Tanta che non si è ancora capito che non serve una presunta alfabetizzazione informatica per interagire con i computer, oggi.

Tanta che ben pochi hanno capito che questo che stiamo facendo
non è un corso di informatica.

Tanta che un gran numero di insegnanti di informatica si trova coinvolta come tutor
in argomenti di cui non ha mai avuto nessuna competenza e che
non sono informatica.

Tanta che molti insegnanti di informatica, come il tutor della mia classe, insegnano, nelle lezioni in presenza, applicativi come frontpage 2000.

ciao

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Old Post 12-12-2003 21:04
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Giorgio Pietrocola
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Post sulla presunta "alfabetizzazione"

Riporto un altro mio post sulla questione della presunta "alfabetizzazione" prima di rispondere ai colleghi.
da
Modulo 3 > Forum disciplinari > Lingua Italiana > Le TIC e la gestione del ‘testo’: pianificare, redigere, correggere, riscrivere…. > Sondaggio: il libro è tic?

quote:
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Inserito in origine da 151718 GUASTAVIGNA, MARCO
E' il termine {TIC} che è insufficiente. Vanno aggiunte espressioni come "digitali", "attuali", "infotelematiche" e così via. Adesso, visto che siamo tutti d'accordo, proporrei di chiudere la discussione.
....
Non accolgo la tua proposta di chiudere la discussione, che poi è anche un sondaggio, perchè ritengo il tema della massima importanza.
E' certo una questione linguistica ma proprio per questo non va sottovalutata né tantomeno banalizzata.
Le parole sono schemi mentali che possono aiutare a capire ma che a volte possono essere di grave ostacolo alla comprensione della realtà.

E' la tecnologia della parola che influenza il pensiero.

Chiamare "informatica" l'utilizzazione di applicativi progettati per cliccare ed esplorare non è solo una questione di termini impropri è un modo per non vedere la realtà emergente.

Parlare di "alfabetizzazione" quando il problema è la familiarizzazione e nulla di simile ad un alfabeto esiste, essendo coinvolta una diversa modalità di apprendimento, ha analogo effetto depistante.

Così parlare di "TIC" in senso riduttivo ed a-storico impedisce di vedere in che modo ed in quale direzione le nuove tecnologie stanno cambiando il modo di pensare e di apprendere in questa nostra epoca.

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Old Post 13-12-2003 11:17
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Giorgio Pietrocola
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piccoli scienziati senza alfabeto informatico

Ancora un post per mostrare cosa c'è dietro l'abile smanettare di chi impara autonomamente ad interagire con il computer senza possedere alcuna alfabetizzazione informatica.

dal thread Modulo 3 > Forum disciplinari > Scienze Naturali > L'uso delle TIC nella professionalità del docente di scienze naturali > Gli Alunni Sono Molto Piu' Bravi Di Me!


quote:
quote:
Inserito in origine da 501046 ROBERTO, ROSA
In questa lista di discussione è emerso in modo "naturale" il problema del ruolo dei docenti all'interno di una "comunità di apprendimento" .
Tutti noi che spendiamo non poche energie nell'insegnamento abbiamo potuto renderci conto che non è pensabile sapere e saper fare tutto ciò che si sa e si può fare.
Non tutti, anzi pochi, purtroppo, vi hanno riflettuto e ancor meno ne hanno tratto le debite conclusioni. Se il mio tutor, ad esempio, vi avesse riflettuto forse nell'ultima lezione ci avrebbe risparmiato tre ore di Access. Se questa riflessione fosse patrimonio collettivo i corsi non continuerebbero ad essere centrati su illusori contenuti fondamentali (vedi patente europea e sue imitazioni tipo corso A...) anzichè sulla riattivazione di processi esplorativi collaborativi ed espressivi legati a modalità e ad ambienti di apprendimento naturali ma estranei, purtroppo, alla tradizione scolastica
quote:
Un insegnante non può e, forse, non deve sapere tutto.
In un ambiente dove le cose da sapere sono in continua evoluzione l'imparare prima per fare poi diventa perdente.
Serve, invece, l'imparare facendo.
quote:
Un insegnante deve essere capace di decodificare una situazione e ipotizzarne il significato all'interno di un contesto interpretativo che veda la propria disciplina impegnata nel fornire chiavi di approccio allo studio della realtà efficaci e funzionali non solo alla trasmissione delle conoscenze già cristallizzate ma anche alla ricerca di forma più adeguate al continuo cambiamento degli scenari.

Si.
Ma nella pratica scolastica, però, il docente di scienze è, spesso, molto lontano dallo scienziato. E' un sacerdote di una religione , la scienza stessa, di cui somministra contenuti. L'esperimento di laboratorio da questo punto di vista è solo un rito che conferma questa funzione.
Paradossalmente, invece, il bambino che esplora il mondo dal vivo, il giovane che impara a dominare l'universo del computer interagendo, collaborando e esprimendosi, è molto più vicino alla metodologia ed alla comunità scientifica di quanto non lo sia un puro trasmettitore scolastico. Come dice anche Papert, infatti, lo scienziato è un bambino curioso che non ha smesso di crescere ed ha mantenuto la sua capacità di porsi domande, di fare congetture, di costruire modelli più o meno provvisori per spiegare il reale.
quote:
Se gli alunni possono conoscere meglio di noi come si usa e come funziona il computer, ben venga!

Sanno esplorare, spesso di informatica non sanno nulla.
Dobbiamo formare insieme a loro un ambiente di apprendimento collaborativo ma questo non è facile ed è molto lontano dalla mentalità e dall'organizzazione scolastica.

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Old Post 15-12-2003 22:18
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smanettare

da
Modulo 5 > Collaborare e apprendere in rete > sondaggio ECDL e proposta

quote:
quote:
Inserito in origine da 511902 MIIC836006, DIRIGENTE Il mio intervento non voleva allargare troppo i confini: ho posto UN (1) problema concreto:
misurare competenze in ambito informatico.
Quando la diagnosi è carente, quando il problema non è messo bene a fuoco c'è il rischio, non remoto, di creare più problemi di quanti se ne voglia risolvere.

quote:
Piccole, se vuoi, ma per alcuni docenti smanettare con window è una conquista.

Purtroppo l'equivoco è molto diffuso.

Ma qui l'informatica non c'entra nulla.

La metafora dell'alfabetizzazione informatica è del tutto fuorviante.

Sono anni che gli esperti lo segnalano ma le loro argomentazioni non vengono neppure discusse. Sono semplicemente ignorate da chi, forse inconsapevolmente, crede che non ci sia nulla da capire ma solo da agire usando schemi consueti.

Ripeto: Windows è un sistema operativo progettato per essere esplorato.

Più in generale le nuove tecnologie rivalutano l'apprendere attraverso l'esperienza.

La scuola è il tempio dell' imparare per poi fare.
Qui, invece, si deve fare per imparare.

L'approccio tradizionale scolastico , data la complessità del sistema di interazione, è perdente. Perchè, semplicemente, in un tale contesto non è efficiente. Chi pensa di poterlo applicare dopo penosi insuccessi, o scoprirà da solo la strada giusta o dovrà arrendersi. Come avviene.

Non è un caso che i bambini riescano molto meglio di persone pur dotate di gran cultura. Il problema degli insegnanti è doversi "rimbambinire". Riattivare modalità esplorative, abbandonare la pretesa di dover sempre sapere prima di fare.
E' da qui che provengono le difficoltà a smanettare e non certo da carenze informatiche.
Quando lo si capirà?
quote:
...
Sono come le abilità di base - trasversali - per gli alunni: leggere, scrivere, computare (=smanettare sul computer).
No.
Leggere scrivere e far di conto sono le abilità tradizionali dell' apprendimento scolastico. Ad esse ora dato che diventa indispensabile saper apprendere in tempo reale dall'esperienza si devono affiancare capacità esplorative, espressive e comunicative.
quote:
O le possiedi o sono dolori: e si possono misurare, e sono alla base dei modi di apprendere/insegnare che conosci così bene.
Il guaio dell'ECDL, allora, è che pretende di misurare ciò che di fatto inibisce.

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Old Post 16-12-2003 17:16
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Giorgio Pietrocola
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Re: Camminare attraverso il computer

quote:
Inserito in origine da 501134 DEMAGISTRIS, ANDREA
Vi fidereste voi di un elettricista in grado di installare un impianto elettrico senza che ne conosca il funzionamento, senza che abbia la consapevolezza dello strumento che utilizza, pur usandolo?
No.
Ma non tutti dovranno fare gli elettricisti.
I più dovranno manovrare gli interruttori e i loro potenziometri per ottenere un illuminazione efficace e gradevole.
Sono due cose molto diverse ed ugualmente importanti.
Si può essere esperti nelle due cose ma non è necessario e sarebbe errato pensare che una cosa serva da alfabeto per fare l'altra.

Ma ora vorrei usare la tua metafora per dare un idea di ciò che è accaduto in questo corso.
Immaginiamo un paese con delle scuole dove la cultura dell'elettricistica è diffusa ma quella dell'arte di illuminare è praticamente assente.
Si organizza allora un corso per diffondere quest'arte che avrebbe dovuto creare esperti in grado di decidere quando come e se illuminare.
Essendoci pochi esperti in circolazione vengono reclutati come tutor elettricisti abili a giocare con i loro circuiti ma che avevano sempre illuminato senza mai porsi particolari problemi.
I corsisti vengono selezionati nelle varie scuole tra quelli che già avevano pratica di circuiti ma nulla sapevano sul come e sul perchè illuminare.
Il risultato finale di questa operazione, purtroppo, è sotto i nostri occhi:
la maggior parte dei corsisti è contenta di aver imparato meglio ciò che già sapeva giocherellando con qualche nuovo circuito ed è convinta di aver fatto un corso di elettricistica.
Questi corsisti avranno un falso titolo che li dichiara esperti di illuminazione.
Per fortuna la scuola del nostro immaginario e bizzarro paese non aveva la reale intenzione di illuminare alcunchè per cui sono tutti contenti.
O quasi.

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Old Post 17-12-2003 19:31
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Giorgio Pietrocola
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Post "alfabeto" come condizio sine qua non per poter svolgere una determinata attività

.

quote:
Inserito in origine da 501134 DEMAGISTRIS, ANDREA
Dal mio punto di vista non c'è confusione tra informatica in senso stretto (gli algoritmi che permettono il funzionamento dei sistemi operativi) e uso di applicativi (software e sistemi operativi),
Dipende...ai tempi del dos era molto diverso ma ora stiamo andando sempre più verso sistemi opachi fatti per essere cliccati ed esplorati da tutti.
quote:
si tratta di due livelli di comprensione situati su piani differenti, anche se non credo sia giusto parlare di familiarizzazione per un caso e di alfabetizzazione per l'altro, in quanto sono parti di un unico insieme.
Tutto è connesso con tutto.
La pluralità può concettualizzarsi unitariamente....
...ma quando vengono coinvolte aree celebrari diverse per modalità di apprendimento filogeneticamente differenti può essere utile distinguere per capire.
In ogni caso il punto discriminante non mi sembra sia quello di far parte o meno di un medesimo insieme quanto il fatto che esistano o meno delle conoscenze di base che devono essere acquisite prima come condizio sine qua non. L'informatica come disciplina necessita di conoscenze preliminari di tipo alfabetico che vanno dal byte all'algebra di Boole, dagli algoritmi alle strutture di controllo...
ma tutto ciò ha, mi sembra, ben poco a che vedere con ciò che nelle scuole si spaccia ormai per alfabetizzazione informatica.
Se, invece, parlare di alfabetizzazione informatica è corretto anche quando si utilizzano applicativi fatti per essere esplorati o si interagisce con simulazioni, vorrei capire qual'è questo presunto alfabeto che io non riesco proprio a vedere. Non mi sembra proprio che qualcosa di simile possa identificarsi con ciò che propone/impone la patente europea...

Ultima modifica di 091804 PIETROCOLA, GIORGIO il 19-12-2003 alle 08:16

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Old Post 19-12-2003 00:12
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Andrea Demagistris
Moderatore

Messaggi: 317

Sono molto interessato alle tematiche scaturite in questa sede, soprattutto quelle relative all'uso "castrante" del linguaggio.
A senso parlare di alfabetizzazione informatica quando questa si configura come qualcosa di differente rispetto all'alfabetizzazione consueta?

Forse il fulcro della questione sta proprio nei termini utilizzati che, riferendosi a situazioni passate, impediscono la realizzazione di nuovi punti di vista.
Proprio Maturana, in Autopoiesi e cognizione, la realizzazione del vivente, Marsilio, Venezia, 1985, spiega lo sforzo intellettuale da lui intrapreso per inventare un nuovo termine allo scopo di mostrare ciò che aveva scoperto (la chiusura del sistema nervoso centrale) senza ricadere nella tradizione scientifica fino ad allora conosciuta.

Anche noi utilizzatori di protesi telematiche rischiamo di ridimensionare gli effetti cognitivi delle NT utilizzando termini, mi sia concesso, vetusti. Da qui il punto su cosa sia la computer literacy e su quale livello (di programmazione o di applicativi) si debba svolgere.

Nonostante tali premesse (di natura scientifica), io credo sia utile, da un punto di vista politico ed etico, parlare ancora di alfabetizzazione informatica per sostenere con forza il suo valore formativo all'interno della società.

Se analfabeta è "colui che non ha acquisito le competenze necessarie ad esercitare attività nelle quali l'alfabetizzazione si renda necessaria per poter giocare un ruolo nel proprio gruppo o comunità, e le cui competenze non gli permettono di contribuire allo sviluppo proprio e della propria comunità e di parteciparvi attivamente (definizione Unesco 1962)
allora i potenziali analfabeti sono "tutti coloro che intenzionalmente o meno chiudono la mente e l'interesse a conoscenze e competenze nuove o che riducono le proprie abilità ad un esercizio ripetitivo, finalizzato unicamente a rispondere con il minor dispendio possibile di energie alle richieste lavorative e sociali" (Mariani, Educazione informale tra adulti, Unicopli, Milano, 1997).

Di rimando la definizione sociale di alfabetizzazione si amplia includendo a mio avviso anche l'alfabetizzazione informatica (uno tra i tanti nuovi alfabeti culturali) la quale, migliorando la partecipazione alla vita della comunità da parte dell'individuo, può essere assimilata (da un punto di vista funzionale) all'alfabetizzazione letteraria.

a presto

a.d.

Ultima modifica di 501134 DEMAGISTRIS, ANDREA il 19-12-2003 alle 15:24

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Old Post 19-12-2003 15:21
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Ettore Ghidotti
Utente registrato

Messaggi: 86

Re: insegnati e ipermedia

quote:
Inserito in origine da 501134 DEMAGISTRIS, ANDREA
Vi invito a leggere questo breve passo tratto da George P.Landow (1998), L’ipertesto: tecnologie digitali e critica letteraria, Bruno Mondatori, Milano.
Vorre conoscere le vostre opinioni in merito, siete d'accordo con quanto scritto dall'autore?

"Proprio come i libri stampati, i sistemi ipertestuali stanno modificando considerevolmente il ruolo degli studenti, dei docenti, delle esercitazioni, delle valutazioni e dei programmi, nonché i rapporti tra i singoli insegnanti, i corsi, i dipartimenti e le discipline. Non c’è da stupirsi se così tanti docenti trovano diverse “ragioni” per ignorare l’ipertesto. Forse la cosa che maggiormente li spaventa è che l’ipertesto esaudisce il loro sincero desiderio di avere studenti attivi e indipendenti, che si assumano maggiori responsabilità nei confronti della propria formazione e che non temano di fare proposte e dissentire. Ma il problema dei desideri è che si possono realizzare…"pag 328

Concordo pienamente con quanto detto dal collega Molle, credo che gli insegnanti abbiano timore di rimettersi in gioco imparando ad utilizzare qualcosa di nuovo rispetto al libro di testo. Inoltre l'utilizzo dell'ipertesto, e in generale delle nuove tecnologie nella didattica, richiede un maggiore impegno dal punto di vista organizzativo delle attività, non è possibile "improvvisare" la lezione semplicemente sfogliando il libro di testo (che si conosce a memoria).

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Old Post 19-12-2003 16:00
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Giorgio Pietrocola
Utente registrato

Messaggi: 1348

narcosi e consapevolezza

quote:
Inserito in origine da 501134 DEMAGISTRIS, ANDREA
Il problema è, e rimane, il grado di profondità che vogliamo raggiungere con l'alfabetizzazione informatica (computer literacy) per ottenere un uso consapevole del mezzo.
Come per imparare ad utilizzare consapevolmente un televisore non mi sembra particolarmente utile mettersi a studiare elettronica,
come per utilizzare consapevolmente un fucile non mi pare particolarmente utile studiare la chimica della polvere da sparo,
come per usare consapevolmente una motocicletta non mi sembra prioritario conoscere i principi della termodinamica,
così per utilizzare consapevolmente un computer non mi sembra, oggi, nè necessario né sufficiente avere un'alfabetizzazione informatica nè tanto meno saper utilizzare determinati applicativi.
quote:
Conoscere le nozioni base per navigare in rete
è sufficiente a garantire un apprendimento significativo
no.
nessuna nozione, di per se, è sufficiente a garantire un apprendimento significativo.
quote:
o contribuisce a instaurare uno stato di narcosi nell'utente, dovuto alla mancanza di una assunzione critica nell'uso delle sue estensioni tecnologiche?
Fammi riflettere, caro Andrea. Considerando ciò che ci è stato somministrato in questo corso, la mia esperienza nel corso in presenza, i sintomi evidenti e diffusissimi tra i corsisti che manifestano la loro presenza in questi forum... direi che...
Si,si!
indubbiamente questa è una fotografia impietosa che descrive magnificamente la situazione!
quote:
Ad esempio si possono costruire siti senza conoscere il codice sorgente semplicemente usando programmi HTML editor.
Questi programmi normalmente permettono la creazione di pagine partendo da modelli predefiniti e da opzioni standard dei comandi.
Ma chi, senza sapere il linguaggio di descrizione HTML, voglia rendere flessibile le soluzioni proposte si trova di fronte a molte difficoltà. Per realizzare prodotti originali è necessario infatti conoscere alcune di quelle operazioni e di quei comandi che regolano le sequenze di descrizione dei protocolli http e html.
Nulla di nuovo nell'arte di apprendere. Penso ai pittori rinascimentali che divennero esperti di anatomia e di geometria... Quando si vuole approfondire un'arte le barriere immaginate cadono e ci si trova inevitabilmente invischiati in altre arti. Ma la consapevolezza di ciò che si vuole guiderà significativamente i propri processi d'apprendimento. Questo fa parte di un'arte che si presta ben poco ad essere insegnata. Un'arte che, soprattutto, si apprende. La matetica. L'arte di imparare ad imparare.


___________________________

Quelli che s'innamorano di pratica senza scienza, son come 'l nocchiere ch'entra in navilio senza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada.
Sempre la pratica deve essere edificata sopra la bona teorica
Leonardo da Vinci

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Old Post 19-12-2003 19:37
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Giorgio Pietrocola
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Lightbulb sinergia sintonica

quote:
Inserito in origine da 501134 DEMAGISTRIS, ANDREA
In questo caso fare un primo passo oltre la simulazione (è un primo velo che si toglie alla macchina anche se molti altri restano), imparando un linguaggio con cui dialogare quasi direttamente con il computer, permette un uso più consapevole della tecnologia.
Si. Più consapevole, forse. Ma se la consapevolezza rimarra rinchiusa da un ottica disciplinare i suoi limiti saranno enormi.
Non si deve, però, sottovalutare l'importanza della simulazione.
Saper interagire con la realtà, reale o virtuale, non è uno stadio da superare per confluire in qualcosa d'altro ma un'abilità autonoma da perfezionare durante tutto l'arco di una vita. Direi che ciò a cui si deve tendere non è il conflitto per far prevalere forme d'apprendimento formali-procedurali su forme percettivo-motorie ma la sintonia sinergica tra le due. Questo è proprio il tema simbolico del mio avatar. Ho scelto di raffigurare i due esempi di sinergia delle due modalità che Papert illustra nel suo Mindstorms. L' omino stilizzato che si vede crescere e roteare è stato da me ottenuto con un programma scritto in Logo un particolare linguaggio di programmazione che, cosa più unica che rara, è stato appositamente ideato per scopi educativi. Questo linguaggio, attraverso l'identificazione con un animale cibernetico, permette di programmare insegnando con la conseguenza metacognitiva di indurre a riflettere sulle proprie azioni legate profondamente a conoscenze spaziali di tipo senso-motorio che quindi, anzichè essere inibite o azzerate, fungono da fondamenta favorendo una co-evoluzione sintonica.
Il giocoliere rappresenta il caso inverso in cui il pensiero procedurale aiuta a guidare e perfezionare l'abilità percettivo-motoria. Imparai questo gioco leggendo
"Mindstorms bambini computer e creatività" di Seymour Papert
in particolare il 4° capitolo (Linguaggi per elaboratori e per persone)
buon divertimento matetico a chi vorrà leggere e imparare
cari saluti
giorgio

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Old Post 20-12-2003 08:40
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Giorgio Pietrocola
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Post articolo di Antinucci sulla simulazione

quote:
Inserito in origine da 091804 PIETROCOLA, GIORGIO
Non si deve, però, sottovalutare l'importanza della simulazione.
Saper interagire con la realtà, reale o virtuale, non è uno stadio da superare per confluire in qualcosa d'altro ma un'abilità autonoma da perfezionare durante tutto l'arco di una vita. Direi che ciò a cui si deve tendere non è il conflitto per far prevalere forme d'apprendimento formali-procedurali su forme percettivo-motorie ma la sintonia sinergica tra le due.
lettura consigliata:

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Old Post 31-12-2003 10:12
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Orazio Branciforti
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Libro o ipermedia?

Credo che non possa porsi in termini alternativi. L'ipermedia ti sollecita su più canali comunicativi permettendoti anche di vedere immagini e sentire suoni ma il libro ti stimola a costruirli nella tua fantasia.
Non libro o ipermedia ma libro e ipermedia

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Old Post 12-01-2004 10:19
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Giorgio Pietrocola
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Post Re: Libro o ipermedia?

quote:
Inserito in origine da 052353 BRANCIFORTI, ORAZIO
Credo che non possa porsi in termini alternativi. L'ipermedia ti sollecita su più canali comunicativi permettendoti anche di vedere immagini e sentire suoni ma il libro ti stimola a costruirli nella tua fantasia.
Non libro o ipermedia ma libro e ipermedia

La differenza, però, non mi sembra così netta. Molti libri sono pieni di figure e di riferimenti. Il libro potrebbe essere considerato un ipermedia con dei vincoli in più.
Ad un ipermedia d'altra parte basta inibire alcune funzioni per emulare un libro.
saluti
giorgio

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Old Post 15-01-2004 23:03
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