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Formazione tecnologica - Percorso B
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Giorgio Pietrocola
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gratis

quote:
Inserito in origine da 057702 LAZZARO, DANIELA
Grazie,
avevo scaricato gratuitamente mswlogo già da molto tempo e lo uso alla scuola media da anni. Chiaro che un prodotto gratuito ci facilita, vista la esigua disponibilità di risorse per le scuole.
Grazie a te per il tuo intervento.
Da allora il logo si è evoluto. Micromondi ad esempio è molto più accattivante ma il fatto che un prodotto sia gratis non è certo secondario. La possibilità che tutti i ragazzi ne abbiano una copia personale mi sembra cosa fondamentale. Nulla vieterà eventualmente in seguito di passare a programmi più evoluti.
Mi viene in mente che c'è una parte di una intervista a Papert che parla proprio dell' evoluzione del Logo nel tempo.
Il tempo di ritrovarla e la posterò su questo thread.
ciao
Giorgio

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Old Post 23-06-2003 23:07
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Giorgio Pietrocola
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Messaggi: 474

intervista

Parte dell' intervista a Saymour Papert (sul sito Mediamente)
Bambini ed adulti a scuola con il computer

Domanda 4
Cosa pensa che un computer possa offrire ad un bambino di diverso da un libro?

Risposta
Noi non pensiamo che il computer dia qualcosa al ragazzino. Per fare un'analogia, se si vuole imparare la musica, è bene suonare uno strumento. Cosa può dare un pianoforte a qualcuno, che non gli può dare un libro? E' la stessa risposta. Il pianoforte consente di fare qualcosa con la musica, di renderla propria, di esprimere se stessi. Nel libro si può leggere sulla musica, ma non è la stessa cosa. Con la conoscenza matematica, il computer è come il pianoforte. Consente di suonare la conoscenza; il libro ce la può solo dare.

Domanda 5
Alcuni anni fa Lei ha inventato LOGO, un programma di computer per bambini delle scuole elementari. Ci può spiegare che cos'è?

Risposta
LOGO era motivato dall'idea di affidare il computer ai bambini, perché quando guardo e vedo come vengono utilizzati i computer, è il bambino ad essere affidato al computer. Il computer dice al bambino cosa fare. Fa una domanda e dice "giusto" o " sbagliato". Questo non è il modo di utilizzarlo. Il modo di procedere è mettere il bambino in condizioni di controllare il computer. LOGO è uno strumento che consente ai bambini di utilizzare il computer per fare qualsiasi cosa vogliano fare: della musica, dell'arte, dei giochi, delle ricerche storiche. E' un modo per dare ai bambini, e anche a chiunque altro, agli adulti come ai bambini, il controllo del computer.

Domanda 6
Sta studiando dei nuovi programmi più avanzati per i bambini dopo LOGO?

Risposta
Non proprio dopo LOGO; LOGO è cresciuto, così come i computer sono diventati più potenti, e insieme al fatto che sappiamo svolgere più operazioni con il computer che siano interessanti per i bambini, LOGO si è espanso. Non è un sistema finito, ma, viceversa, si avvicina ad una filosofia, ad un modo di pensare al modo in cui delegare il controllo nelle mani del bambino. Così, le forme moderne di LOGO hanno un aspetto molto diverso dalle forme precedenti. Sfortunatamente, penso che in Italia siano conosciute solo le forme più vecchie.

Domanda 7
Pensa che l'Italia sia realmente in ritardo in questo nuovo studio? E, forse, negli Stati Uniti la presenza dei computer nelle scuole è sicuramente maggiore.

Risposta
Penso che il mondo intero sia in ritardo. Abbiamo più computer nelle scuole e, allo stesso tempo, il loro utilizzo è peggiore. Dovrei aggiungere che, Negli Stati Uniti, vengono svolte cose entusiasmanti, anche; ma credo, tuttavia, che l'utilizzo medio dei computer stia scendendo, non salendo, perché con i computer più interessanti la gente riesce molto facilmente a far fare ai bambini cose superficiali.

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Old Post 25-06-2003 21:29
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Barbara Onofri
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Messaggi: 24

S. Papert e i suoi preziosi insegnamenti

Salve a tutti, un saluto particolare a Giorgio Pietrocola...insegno lettere in una piccola scuola media inferiore paritaria di Roma, con entusiasmo e grande passione che credo nel mio piccolo di essere sempre riuscita a trasmettere ai ragazzi e forse, perchè no, anche ai miei colleghi ben più grandi ed esperti di me. Questi giorni mi è capitato di parlare loro di PAPERT e del suo affascinante universo...anche loro hanno cominciato finalmente ad apprezzare la grandezza dei suoi insegnamenti e pertanto abbiamo ritenuto necessario fotocopiare i due testi di Papert "I bambini e il computer" e" Mindstorms" e archiviarli in Biblioteca...speriamo che oltre ad inserirli in catalogo si riesca a parlarne anche un pò ai ragazzi in classe e soprattutto che alla luce dei suoi consigli si possa rinnovare la scuola perchè sia sempre più una scuola dell'apprendimento e non dell'insegnamento!!
Del resto molto simpaticamente Papert dice nel suo libro "I bambini e il computer", partendo da un proverbio africano:"SE UN UOMO HA FAME GLI PUOI DARE UN PESCE, MEGLIO ANCORA SE GLI DAI UNA LENZA E GLI INSEGNI A PESCARE" ovvero il costruzionismo offre il maggior apprendimento col minimo insegnamento; mentre però l'istruzione tradizionale si limita a fornire quel "pesce" a tutti i bambini che hanno fame di sapere, il costruzionismo invece ritiene che i bambini fanno bene ad
" imparare a pescare" da soli ovvero a scoprire da sè le specifiche conoscenze di cui hanno bisogno!

Ultima modifica di 148218 ONOFRI, BARBARA il 28-06-2003 alle 15:31

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Old Post 28-06-2003 15:22
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Ivana Niccolai
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Messaggi: 1616

Re: S. Papert e i suoi preziosi insegnamenti

quote:
Inserito in origine da 148218 ONOFRI, BARBARA
Salve a tutti, un saluto particolare a Giorgio Pietrocola...insegno lettere in una piccola scuola media inferiore paritaria di Roma, con entusiasmo e grande passione che credo nel mio piccolo di essere sempre riuscita a trasmettere ai ragazzi e forse, perchè no, anche ai miei colleghi ben più grandi ed esperti di me. Questi giorni mi è capitato di parlare loro di PAPERT e del suo affascinante universo...anche loro hanno cominciato finalmente ad apprezzare la grandezza dei suoi insegnamenti e pertanto abbiamo ritenuto necessario fotocopiare i due testi di Papert "I bambini e il computer" e" Mindstorms" e archiviarli in Biblioteca...speriamo che oltre ad inserirli in catalogo si riesca a parlarne anche un pò ai ragazzi in classe e soprattutto che alla luce dei suoi consigli si possa rinnovare la scuola perchè sia sempre più una scuola dell'apprendimento e non dell'insegnamento!!
Del resto molto simpaticamente Papert dice nel suo libro "I bambini e il computer", partendo da un proverbio africano:"SE UN UOMO HA FAME GLI PUOI DARE UN PESCE, MEGLIO ANCORA SE GLI DAI UNA LENZA E GLI INSEGNI A PESCARE" ovvero il costruzionismo offre il maggior apprendimento col minimo insegnamento; mentre però l'istruzione tradizionale si limita a fornire quel "pesce" a tutti i bambini che hanno fame di sapere, il costruzionismo invece ritiene che i bambini fanno bene ad
" imparare a pescare" da soli ovvero a scoprire da sè le specifiche conoscenze di cui hanno bisogno!



Credo, infatti, che il migliore insegnante non sia quello che "spiega" meglio, ma colui che riesce a fare in modo che gli alunni costruiscano da soli le loro conoscenze.

Ivana

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Old Post 29-06-2003 22:30
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Elisabetta Landi
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Messaggi: 19

MICROMONDI per la geografia

Il LOGO, l'unico linguaggio di programmazione per i bambini pensato per la didattica (autore Seymour Papert), è uno strumento potente nelle mani dei bambini che con esso possono pensare e realizzare progetti personali significativi usando il computer come tutee (lavoratore forzato).
Ho sperimentato l'uso del LOGO con le classi dalle versioni più semplici (con il vecchio Commodore 64) alle versioni sempre più multimediali (MICROMONDI della Garamond).
All'indirizzo qui sotto troverete il lavoro che quest'anno ho realizzato con la mia quarta classe elementare con MICROMONDI.
E' un semplice lavoro di geografia : un modo diverso per studiare le province e gli elementi fisici dell'Italia. Peccato solo che, trasformando il documento in HTML, le animazioni non funzionano.


http://utenti.garamond.it/landi/italiahtml/inizio.html

LANDI ELISABETTA

Ultima modifica di 057677 LANDI, ELISABETTA il 17-09-2003 alle 11:00

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Old Post 02-07-2003 09:25
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Ermes Simonini
Utente registrato

Messaggi: 12

Programma "Logo"

Concordo pienamente, essendo un insegnante di matematica della scuola media, con i lusinghieri giudizi sul programma didattico "Logo" dalla vecchia versione per MS-DOS a quella per Windows, in quanto non disincentiva la riflessività negli alunni, ma anzi l' uso di un semplice linguaggio di programmazione, li abitua al ragionamento logico, a creare e poi verificare in pratica diverse figure geometriche, utilizzando concetti e procedimenti matematici anche abbastanza astratti

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Old Post 02-07-2003 11:44
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Loretta Ranzani
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Messaggi: 1369

Re: Re: S. Papert e i suoi preziosi insegnamenti

quote:
Inserito in origine da 054738 NICCOLAI, IVANA
Credo, infatti, che il migliore insegnante non sia quello che "spiega" meglio, ma colui che riesce a fare in modo che gli alunni costruiscano da soli le loro conoscenze.

Ivana




Condivido!!! Il sapere deve essere conquistato e non trasmesso.

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Old Post 04-07-2003 13:45
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Loretta Ranzani
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Re: intervista

quote:
Inserito in origine da 091804 PIETROCOLA, GIORGIO
Parte dell' intervista a Saymour Papert (sul sito [
........................................................
Domanda 7
Pensa che l'Italia sia realmente in ritardo in questo nuovo studio? E, forse, negli Stati Uniti la presenza dei computer nelle scuole è sicuramente maggiore.

Risposta
Penso che il mondo intero sia in ritardo. Abbiamo più computer nelle scuole e, allo stesso tempo, il loro utilizzo è peggiore. Dovrei aggiungere che, Negli Stati Uniti, vengono svolte cose entusiasmanti, anche; ma credo, tuttavia, che l'utilizzo medio dei computer stia scendendo, non salendo, perché con i computer più interessanti la gente riesce molto facilmente a far fare ai bambini cose superficiali.[/font]



Ê un pò come "l'analfabetismo di ritorno".

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Old Post 04-07-2003 13:47
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Loretta Ranzani
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Question

Logo?
Mi sento un vermetto perchè uso gli applicativi.

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Old Post 04-07-2003 13:55
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Giorgio Pietrocola
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Post matofobia

Ho cancellato il post matofobia integrandolo nel seguente:

Ultima modifica di 091804 PIETROCOLA, GIORGIO il 05-07-2003 alle 09:08

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Old Post 05-07-2003 09:01
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Giorgio Pietrocola
Utente registrato

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matelandia e matofobia

Da Mindstorms di Papert (pag.13-14)
....
Due idee fondamentali percorrono questo libro. La prima e che e possibile progettare degli elaboratori in modo che comunicare con loro puo essere un processo naturale, molto piu simile all'imparare il francese vivendo in Francia, che al tentare di impararlo con l'innaturale processo di lezioni di lingua straniera praticate nelle classi. La seconda e che imparando a comunicare con un elaboratore puo cambiare il modo di apprendere. L'elaboratore puo parlare un linguaggio matematico e alfabetico. Noi ora stiamo imparando come costruire elaboratori con i quali i bambini amino comunicare. Quando questa comunicazione avviene, i bambini apprendono la matematica come una lingua viva. Inoltre la comunicazione matematica e la comunicazione alfabetica si trasformano da cose estranee e quindi difficili in cose naturali e facili. L'idea di «parlare matematica» a un elaboratore puo essere generalizzata nell'idea di parlare matematica in «Matelandia»; il che e come imparare il francese in Francia. In questo libro la metafora Matelandia sara usata per mettere in dubbio le certezze profondamente radicate relative alle abilità.umane. In genere si ritiene che i bambini non possano accostarsi alla geometria se non a scolarizzazione avanzata e molti di loro anche allora, non la imparano troppo bene. Ma possiamo subito vedere che queste affermazioni sono basate su un'evidenza estremamente debole ponendoci analoghi interrogativi sull'abilità dei bambini nell'apprendere il francese. Se dovessimo fondare le nostre opinioni sugli scarsi risultati ottenuti dai bambini che imparano il francese a scuola, potremmo concludere che molte persone sono state incapaci di impararlo. Ma sappiamo che tutti i bambini normali lo apprenderebbero facilmente se vivessero in Francia. La mia congettura e che molto di quello che noi consideriamo troppo « formale » o «troppo matematico» si acquisirà facilmente quando i bambini cresceranno in un mondo del prossimo futuro ricco di elaboratori.
Io mi servo di questa analisi dei nostri rapporti con la matematica quale esempio particolare di come i processi tecnologici e sociali interagiscono nella costruzione delle idee sulle capacita umane. E gli esempi matematici aiuteranno anche a illustrare una teoria su come l'apprendimento procede o fallisce.
Ricorro a Jean Piaget ' per il modello secondo il quale i bambini sono essi stessi costruttori delle loro strutture intellettuali. Sembra che i bambini abbiano un dono innato per imparare, poiche molto tempo prima di andare a scuola accumulano una gran quantita di conoscenze mediante un processo che io definisco «apprendimento piagetiano» o «apprendimento senza insegnamento». Per esempio i bambini apprendono a parlare, apprendono la geometria intuitiva necessaria a muoversi nello spazio, e apprendono quel tanto di logica e di retorica per raggirare i loro genitori, e tutto questo senza che nessuno gliel'abbia «insegnato». Dobbiamo chiederci perche certi apprendimenti hanno luogo così presto e spontaneamente, mentre qualche altro e ritardato di molti anni o non si realizza affatto, se non attraverso un'istruzione formale volutamente imposta.
Se in realta consideriamo il «bambino come costruttore» ci avviciniamo alla risposta. Tutti i costruttori hanno bisogno di materiali con cui costruire. La dove io sono in disaccordo con Piaget e nel ruolo che io attribuisco alle culture circostanti in quanto fonte di questi materiali. In taluni casi la cultura li fornisce in abbondanza, facilitando cosl l'apprendimento costruttivo descritto da Piaget. II fatto, per esempio, che molte cose importanti (coltelli e forchette, madri e padri, scarpe e calze) si presentano in coppia, e un «materiale» per la costruzione di un'intuitiva nozione del numero.
Ma più di un caso in cui Piaget spiegherebbe lo sviluppo più lento di un particolare concetto con la sua più grande complessità o formalità, io vedo il fattore decisivo nella relativa povertà della cultura riguardo a quei materiali che renderebbero quel concetto semplice e concreto. In altri casi ancora la cultura può fornire materiali ma bloccarne l'uso. Nel caso della matematica formale c'è sia penuria di materiali formali che un blocco culturale. La matofobia endemica della cultura contemporanea impedisce ad un gran numero di persone di apprendere qualsiasi cosa che essi considerano «matematica», benchè non abbiano alcuna difficoltà ad impadronirsi del sapere matematico non percepito come tale.
Vedremo in seguito, a più riprese, che le conseguenze della matofobia non ostacolano solo l'apprendimento della matematica e delle scienze. Esse interagiscono con altre endemiche «tossine culturali», fra cui le popolari teorie sulle attitudini, contaminando l'immagine che più di una persona si fa delle proprie capacità di allievo. La difficoltà con la matematica scolastica è spesso il primo passo del diffondersi di un processo intellettuale che ci induce a definire noi stessi come una somma di attitudini e di inettitudini: siamo «matematici» o «non matematici»,«artistici» o «non artistici», «musicali» o «non musicali», «profondi» o «superficiali», «intelligenti» o «sciocchi». Così le nostre insufficienze diventano la nostra identità e tutto l'apprendimento ne è marcato, dalla iniziale libera esplorazione del mondo verso cui un bambino si lancia, fino ad un lavoro assillato da insicurezze e da restrizioni autoimposte.

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Old Post 05-07-2003 09:05
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Loretta Ranzani
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Re: matelandia e matofobia

[QUOTE]Inserito in origine da 091804 PIETROCOLA, GIORGIO
[B]Da Mindstorms di Papert (pag.13-14)
....
[Ricorro a Jean Piaget ' per il modello secondo il quale i bambini sono essi stessi costruttori delle loro strutture intellettuali.

Dobbiamo chiederci perche certi apprendimenti hanno luogo così presto e spontaneamente, mentre qualche altro e ritardato di molti anni o non si realizza affatto, se non attraverso un'istruzione formale volutamente imposta.
Se in realta consideriamo il «bambino come costruttore» ci avviciniamo alla risposta. Tutti i costruttori hanno bisogno di materiali con cui costruire.

Non c'è costruzione se mancano i materiali.

La dove io sono in disaccordo con Piaget e nel ruolo che io attribuisco alle culture circostanti in quanto fonte di questi materiali.

In ambito linguistico la tipologia culturale determina codici elaborati oppure ristretti.

..............Così le nostre insufficienze diventano la nostra identità e tutto l'apprendimento ne è marcato, dalla iniziale libera esplorazione del mondo verso cui un bambino si lancia, fino ad un lavoro assillato da insicurezze e da restrizioni autoimposte.

Imprigionandosi in una ragnatela dalla quale è difficile "scollarsi".

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Old Post 05-07-2003 23:56
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Ivana Niccolai
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Re: matelandia e matofobia

quote:
Inserito in origine da 091804 PIETROCOLA, GIORGIO
Da Mindstorms di Papert (pag.13-14)
....
...Se in realta consideriamo il «bambino come costruttore» ci avviciniamo alla risposta...



Condivido: un metodo per studiare la matematica non è la memorizzazione di una serie di regole meccaniche, ma piuttosto l'acquisizione di un insieme di comportamenti adeguati alla costruzione della conoscenza matematica.

Ivana

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Old Post 06-07-2003 12:42
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Ivana Niccolai
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L'Inventario di Atteggiamenti verso la matematica di Sandman (1980) include sei scale di misura:
-il piacere nel fare matematica;
-il valore dato alla matematica;
-la percezione dell'insegnante di matematica;
-l'ansietà nei riguardi della matematica;
-il concetto di sé nei riguardi della matematica;
-la motivazione nel fare matematica.

Ivana

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Old Post 06-07-2003 12:46
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Ivana Niccolai
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In un'indagine condotta da Pellerey e Orio (1995) viene evidenziato come l'aspetto volitivo entri in modo sistematico e sostanziale, per differenziare soggetti che riescono positivamente in matematica e soggetti deboli.

Ivana

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Old Post 06-07-2003 12:51
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MRM

Nel corso degli anni passati, è stato costruito, validato e messo a punto un questionario, denominato MRM (Motivazione e riuscita in matematica), da sottoporre agli studenti italiani compresi tra i quindici e i sedici anni.
Tale questionario è stato applicato a 2175 soggetti ed è stato, poi, sottoposto alle solite analisi psicometriche; è stata, infine, evidenziata l'esistenza di sei fattori fondamentali:
-la percezione di competenza;
-l'atteggiamento di fondo nei riguardi della matematica;
-il livello di "ansietà da matematica",
-lo stile attributivo nei riguardi delle cause dei successi o insuccessi sperimentati;
-gli obiettivi soggettivi che si hanno nello studio della matematica;
-concezioni della matematica (costruttiva/riproduttiva)

Ivana

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Old Post 06-07-2003 13:00
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AM

L'ansietà da matematica viene provata dagli studenti soprattutto nei momenti di valutazione delle loro prestazioni ed è una variabile da molto tempo individuata e studiata; essa condiziona l'esperienza scolastica, perché include forti esperienze emozionali, segnate da paura e da vero panico. Di conseguenza si hanno attribuzioni negative in merito alla propria capacità.

Ivana

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Old Post 06-07-2003 13:06
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Dobbiamo fare in modo che nella scuola gli alunni possano sviluppare esperienze matematiche positive, tenendo in considerazione che l'apprendistato matematico non è solo cognitivo, ma anche affettivo, motivazionale e volitivo.
Per gli alunni, già dalla scuola primaria, il riuscire a percepire se stessi come capaci di comprendere e controllare le esperienze matematiche, in cui sono coinvolti, rappresenta una forza trainante dell'apprendimento.

Ivana

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Old Post 06-07-2003 14:54
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Arrow



La scuola dovrebbe essere in grado di creare ambienti di apprendimento, cmq positivi, per qualsiasi esperienza.

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Old Post 06-07-2003 21:07
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quote:
Inserito in origine da 058396 RANZANI, LORETTA


La scuola dovrebbe essere in grado di creare ambienti di apprendimento, cmq positivi, per qualsiasi esperienza.

Temo che la scuola, attualmente, sia in grado di creare solo ambienti di apprendimento artificiali per quanti sforzi noi si possa fare per rendere più umana la catena di montaggio dell'istruzione.

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Old Post 07-07-2003 08:27
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